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Incendio in carcere
intossicati 12 agenti
e alcuni detenuti

Inferno dietro le sbarre: prima un agente picchiato poi un carcerato dà fuoco alla cella. I poliziotti portati in ospedale. I sindacati: «Struttura difficile»
Ancora poliziotti penitenziari intossicati in un incendio in carcere
Ancora poliziotti penitenziari intossicati in un incendio in carcere
Ancora poliziotti penitenziari intossicati in un incendio in carcere
Ancora poliziotti penitenziari intossicati in un incendio in carcere

Alessandra Vaccari

Fuoco nel carcere di Montorio. Ancora una volta, come la scorsa volta in aprile, in concomitanza dell’incendio c’è stata un’aggressione a un poliziotto penitenziario.

Che sia la seconda sezione come in aprile, o la quinta, come in questo caso, a finire in ospedale in numero maggiore sono gli agenti. Questa volta il bilancio racconta di otto poliziotti a Borgo Trento, quattro a Borgo Roma e tre detenuti.

Non è stato accertato con sicurezza che cosa abbia causato la rabbia del detenuto che ha appiccato il fuoco. Radio carcere dice che un detenuto sia uscito dal colloquio con le assistenti sociali che avrebbero comunicato che non poteva più vedere il figlio e che questo rientrato in cella abbia dunque dato fuoco al materasso.

«La giornata da incubo è iniziata con l’aggressione assurda e selvaggia da parte di un detenuto (per altro non nuovo a gravi episodi di intolleranza durante la detenzione) contro un poliziotto penitenziario in servizio, l’ennesima che si registra nella struttura detentiva scaligera», spiega Donato Capece, segretario generale sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, il più rappresentativo della Categoria.

«Ma il fatto più grave è accaduto verso le 12, quando un detenuto ha pensato bene di dare fuoco alla sua cella. Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari. Prima hanno salvato la vita al detenuto che aveva dato fuoco alla cella, poi hanno domato le fiamme. Ben 12 poliziotti penitenziari, feriti e intossicati dall’incendio e dal fumo spigionato, hanno dovuto far ricorso alle cure sanitarie. Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari. Sono stati bravi i poliziotti penitenziari in servizio nel carcere scaligero a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza».

Aggiunge Capece: «Verona non è un carcere semplice, operativamente parlando: stiamo parlando di una realtà con una presenza media di 500/600 detenuti, erano 544 il 30 settembre scorso», aggiunge il segretario regionale del Sappe, Giovanni Vona. «Basta leggere gli eventi critici accaduti nel penitenziario dal 1 gennaio 2012 al 30 giugno di quest’anno: 70 tentati suicidi di detenuti sventati per fortuna in tempo dalla polizia penitenziaria, più di 600 episodi di autolesionismo, oltre 100 ferimenti e 650 colluttazioni. Anche e soprattutto per questo il Sappe e la Polizia Penitenziaria sono in stato di agitazione da diverso tempo”.

Capece conclude: «La situazione è diventata allarmante per la polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici».

«Attendiamo adesso immediate scelte sia del dipartimento amministrazione penitenziaria che del provveditore che determinino le diverse responsabilità dell'accaduto, e che si prendano i dovuti e necessari provvedimenti disciplinari e di allontanamento di quei detenuti che si sono resi colpevoli di quanto accaduto, ha detto Pompeo Mannone della Cisl, aggiungendo quanto siano ancora lontani i parametri di sicurezza. Simili le dichiarazioni di Giulio Pegoraro, dell’Unione sindacale polizia penitenziaria, l’Uspp.

«Vanno stigmatizzati sia l’atto incendiario che l’aggressione da parte di un detenuto albanese nei confronti di un agente penitenziario. Questo carcerato ha creato molti eventi critici nel carcere veronese e la dirigenza non lo ha mai fatto trasferire per riportare l’ordine e la disciplina interna. La segreteria regionale del sindacato Uspp già Ugl polizia penitenziaria denuncia ancora una volta la mala gestione nel carcere di Montorio che pensa solamente all’immagine personale per creare eventi di serata di gala, pranzi, mostre, campeggi tra scout e detenuti, gare podistiche e chi più ne ha ne metta. Noi siamo vicini ai colleghi coinvolti e alle loro famiglie».

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