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In città trionfano le unioni civili
Ogni mese cinque nozze gay

Quella tra Mauro Bertoni e Luciano Mazzucato è stata la prima unione civile tra omosessuali in città
Quella tra Mauro Bertoni e Luciano Mazzucato è stata la prima unione civile tra omosessuali in città
Quella tra Mauro Bertoni e Luciano Mazzucato è stata la prima unione civile tra omosessuali in città
Quella tra Mauro Bertoni e Luciano Mazzucato è stata la prima unione civile tra omosessuali in città

Luciano e Mauro sono stati i primi, almeno in città. Ma non certo gli unici. All’unione civile della coppia Mazzuccato - Bertoni, collaudatissima da una convivenza lunga decenni, e seguita anche dalla stampa, nei mesi successivi ne sono seguite molte altre. Non solo in centro ma anche in provincia dove sulle rive del Garda, lo scorso marzo, è toccato a Morena e Simonetta celebrare la loro unione. Da agosto dello scorso anno a ieri, sul territorio comunale, le coppie omosessuali che hanno ufficializzato il loro amore sono state 67. A conti fatti, si tratta di cinque unioni al mese, oltre una a settimana.

Se secondo alcuni, dunque, affrontare il tema dell’omosessualità è sconveniente e se, per lo meno questo fine settimana, è vietato parlarne in Biblioteca Civica - dove il Comune ha stoppato l’evento Biblioteche Viventi della Fondazione San Zeno nell’ambito del TocaTì che avrebbe toccato tra i molti anche questo ambito - si tratta nei fatti di una realtà vissuta quotidianamente da centinaia di coppie gay e lesbiche, anche veronesi. A confermarlo, sono appunto i dati contenuti nei registri delle unioni civili da quando, lo scorso anno, la legge Cirinnà ha aperto l’opportunità di ufficializzare la propria unione anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso, con relativi diritti e doveri.

PREVALGONO GLI UOMINI. Nel 2016, da agosto a dicembre, le unioni civili celebrate nella città dell’amore sono state 20. Si tratta in larga parte di coppie di sesso maschile. Le coppie formate da due donne sono state solo quattro. Un divario, però, che è andato via via appianandosi negli ultimi mesi. Quest’anno, da gennaio a settembre – il dato è aggiornato a ieri, 15 settembre -, le unioni civili proclamate in riva all’Adige sono state 36. Di queste, le coppie femminili convolate a giusta unione sono state 15, poco meno della metà. Nel conteggio complessivo, inoltre, alle 56 coppie di innamorati che hanno ufficializzato il loro amore davanti ai funzionari di Palazzo Barbieri ne devono essere aggiunte altre 11. Si tratta delle persone la cui unione, 7 nel 2016 e solo 4 per il 2017, è stata celebrata altrove e solo poi trascritta nel registro veronese.

I luoghi più richiesti in cui pronunciare il proprio «sì, lo voglio» all’unione civile, in città, sono la sala delle Muse, la Tomba di Giulietta e sala Arazzi, la stanza più ampia e prestigiosa di Palazzo Barbieri in piazza Bra. La Casa di Giulietta, dunque, non è tra questi anche se si tratta di una location a disposizione, come del resto tutte le altre; Palazzo della Ragione con la suggestiva e romantica Cappella dei Notai, compresi. Nulla osta, infatti, nonostante la diatriba che ha tenuto banco lo scorso anno sugli spazi aperti alle unioni civili per coppie dello stesso sesso, dove i contrari osteggiavano in particolar modo la possibilità di celebrare il rito civile di fronte al Balcone dell’eroina Shakespeariana.

A sancirlo, del resto, è la stessa legge Cirinnà che specifica come «i regolamenti, anche comunali, che si intendano riferiti alle coppie eterosessuali debbano essere estesi anche all’unione civile omosessuale».

Ilaria Noro

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