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In Africa suonano il bongo
solo i nostalgici di Tarzan

«Come dice il musicista del quartiere Uto Sughi, - scrive la Olga - il bongo è uno strumento che può piacere o non piacere ma che non deve essere suonato per molte ore sotto le finestre del prefetto. "Se c'è un limite a tutto - sostiene Uto Sughi - non si capisce perché non debba esserci un limite anche al bongo". E devo dire che io e il mio Gino, pur non avendo fatto il Conservatorio, siamo d'accordo, ma che, non abitando in piazza dei Signori né nelle vicinanze, non ci sentiamo investiti da vicino dal problema dei bonghi che ogni mercoledì sera rompono i timpani, e non solo questi, al prefetto e ai residenti della zona».

«L'immigrato ghanese del bareto, Lulelè, ha detto al mio Gino che in Africa, dove pure è stato inventato, il bongo è in disuso da molti anni e che viene suonato solo da pochi vecchi nostalgici dei tempi di Tarzan i quali però vengono regolarmente arrestati. "L'abbiamo sostituito col bingo - ha detto Lulelè - non per rinnegare le nostre tradizioni ma per una questione di inquinamento acustico. Non era più tollerabile passare le notti in bianco per colpa dei bonghi". Questo, secondo il mio Gino, dimostra che in Africa sono più avanti di Verona dove la mania del bongo ha la sua manifestazione più rumorosa sotto le finestre del prefetto. Io del bongo so poco. Ricordo una vecchia canzone di Nilla Pizzi e del Duo Fasano che cantavo mentre facevo la lìssia: "Oh bongo bongo bongo/stare bene solo al Congo". Era la risposta di un nero a un esploratore bianco che lo voleva portare via dall'Africa. "Bingo, bango, bengo/molte scuse ma non vengo" rispondeva il nero al bianco che insisteva. Bei tempi quando facevo la lìssia nella brenta e sbattevo i nissói rodolà sull'asse di legno».

«Per dare un'idea di quanto la mania del bongo sia radicata a Verona, la Mafalda mi dice che so fiól prima di andare a letto el se insemenìsse con due ore di concerto dei Ribóngos in cuffia. E ghe ne zónto anca 'n'altra: el Tenebra, l'impresario di pompe funebri del quartiere, negli ultimi mesi ha ricevuto quattro ordinazioni di funerali coi bonghi da parte di bianchi rispettosi delle ultime volontà dei defunti».

Silvino Gonzato

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