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UN VERONESE A TAIPEI

Il sisma a Taiwan:
«Tremava tutto,
40 secondi di paura»

Il terremoto in Taiwan: testimone un ristoratore veronese Giorgio Trevisan davanti all’insegna del suo locale a Taipei
Il terremoto in Taiwan: testimone un ristoratore veronese Giorgio Trevisan davanti all’insegna del suo locale a Taipei
Il terremoto in Taiwan: testimone un ristoratore veronese Giorgio Trevisan davanti all’insegna del suo locale a Taipei
Il terremoto in Taiwan: testimone un ristoratore veronese Giorgio Trevisan davanti all’insegna del suo locale a Taipei

La sveglia di Giorgio segna le 3.57, in Italia sono le 20.57 di venerdì. A Taiwan la terra comincia a tremare. «Quaranta lunghi secondi. Qui ormai è l’abitudine, chi vive a Taipei ha imparato a ballare con la terra che trema».

Giorgio Trevisan, classe 1955, originario di Colognola ai Colli, vive a Taipei dal 1999, la sua è una famiglia di ristoratori che ha portato i gusti del Nordest nel lontano Oriente. Giorgio è il titolare della «Botega del Vin» che gestisce con il figlio Andrea. Un angolo di Verona nel cuore della capitale di Taiwan.

«Siamo abituati alle scosse» spiega «ma questa volta abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di diverso . L’epicentro non era qui a Taipei, ma più a sud. Ci siamo preoccupati, c’è stata grande paura. Tainan è stata la città più colpita. Nessuno aveva più voglia di dormire». Taipei è un gigante che si sveglia presto, apre gli occhi e cerca di capire. «Alla televisione» continua, «hanno iniziato a girare le immagini di quello che era successo. Palazzi andati in briciole, le prime voci di morte. I terremoti per noi sono come compagni di viaggio invisibili. Fa parte della quotidianità e abbiamo imparato a gestire queste situazioni».

Fino a quando possono essere gestite. «Certo, la paura è stata tanta. Anche perché stavolta la scossa s’è rivelata molto violenta. In più è capitata di notte. La gente è stata sbattuta giù dai letti».

Almeno 14 vittime, 200 persone estratte dalle macerie dei palazzi e delle torri crollate a Tainan. Questo il primissimo bilancio, ancora in aggiornamento. Il sisma ha fatto registrare 6.4 sulla scala Richter. «L’onda sismica» precisa Trevisan «salendo verso Taipei ha perso, però, la sua forza di distruzione. Qui è arrivata più lieve. Ma adesso il Paese piange i suoi morti».

Alla Botega del Vin la vita è ripresa veloce. Il primo a rispondere al telefono è sempre Giorgio. «Ci sono altri veronesi qui a Taipei. Ma dovrebbero stare tutti bene. Giù al sud ho un amico ristoratore, originario della Puglia. L’ho chiamato subito per sentire se aveva avuto problemi. Per il resto non possiamo fare altro che seguire gli aggiornamenti che stanno arrivando di ora in ora».

Tifoso dell’Hellas, amante della buona cucina. «Da piccolo andavo alla Bottega del Vino. Quando sono arrivato qui a Taipei ho pensato che fosse giusto usare un nome che potesse regalare un ricordo forte della mia esperienza passata. C’è tutta Verona dentro al mio ristorante».

La terra non trema più. «Cercheremo di dimenticare in fretta il suono impazzito delle sirene delle ambulanze e quelle immagini di palazzi accartocciati su se stessi. Taipei è zona ad alto rischio». Taiwan, infatti, sorge lungo il «Cerchio di fuoco del Pacifico» ed era già stata colpita da un terribile terremoto nel 1999, di grado 7.7, che provocò la morte di più di 2.400 persone. «A Tainan vivono più di due milioni di persone. Tutti sanno che può accadere sempre qualcosa quando sotto i piedi senti il borbottio della terra. Ora vado». C’è una comanda che aspetta. La vita alla Botega va avanti.

Simone Antolini

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