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Il rugbista con la passione per la musica

Caffè, latte, Kellogg’s e notizie del giorno: la colazione di GennariAlessandro Gennari impegnato in un’azione di rugby
Caffè, latte, Kellogg’s e notizie del giorno: la colazione di GennariAlessandro Gennari impegnato in un’azione di rugby
Caffè, latte, Kellogg’s e notizie del giorno: la colazione di GennariAlessandro Gennari impegnato in un’azione di rugby
Caffè, latte, Kellogg’s e notizie del giorno: la colazione di GennariAlessandro Gennari impegnato in un’azione di rugby

Lo sport, che ha segnato una parte significativa della sua vita, ma anche la musica, che resta una passione per cui non è mai stanco, neppure dopo una giornata al lavoro. E poi il teatro e la lettura, soprattutto thriller e grandi romanzi storici: nemmeno in queste settimane di grande concitazione potrebbe privarsi di qualche ora di «abbandono» a quella «meravigliosa avventura» che sono le pagine di un libro che «ti prende».

Alessandro Gennari, 33 anni, candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, oltre all’impegno nella politica e, ancor prima, nel campo sociale (una vocazione avvertita fin da ragazzo come una sorta di «dovere ma soprattutto una necessità: perchè la società la facciamo noi, nessuno escluso»), è un giovane che ben rappresenta - e lo confessa lui stesso - la cosiddetta generazione Millennials. A partire dalle scelte di vita. Lo incontriamo nella sua casa nel quartiere di Borgo Roma dove da sei anni vive con la fidanzata. Un trilocale in affitto, al quarto piano di un ampio palazzo. Appena entri, la prima cosa che ti colpisce è la cura, che vuol dire un ordine impeccabile (non dà l’idea che dipenda dalla nostra visita) e oggetti che arredano le stanze disposti con armonia.

È un ordine che non ha nulla di freddo: vien da pensare che per chi abita qui la casa sia uno spazio in cui ritrovarsi, che deve saper proteggere chi ci vive e raccontarne la personalità.

«Sono nato e cresciuto tra Borgo Roma e Santa Lucia e sono contento di restare qui. E poi amo Verona: se sto via per un po’ di tempo mi viene nostalgia», racconta. «In realtà con la mia fidanzata abbiamo anche pensato all’idea di comprare una casa nostra. La verità? Intanto, economicamente, oggi, è difficile; poi forse quella della casa propria è un’idea che appartiene più alla generazione dei nostri genitori che a noi: abbiamo comunque cambiato alcune cose entrando qui, il divano, il letto, i quadri, molto arredamento è fatto da noi. Insomma, è comunque casa nostra».

Dal poster alla parete che ritrae un bambino che legge di fronte ad un elefante inginocchiato (occhio strizzato alla cultura orientale) alle candele che, senza esagerare, decorano il salotto, al bel balcone in cui due dipladenie sono in piena fioritura e un’edera verde smagliate mostra che qui nessuno si dimentica di dare da bere alle piante, questo appartamento racconta anche tempo e impegno. «Ci teniamo tutti e due: diciamo che con la mia fidanzata abbiamo fatto una sorta di accordo non scritto per essere, per così dire, soci al 50%, dividendo compiti e responsabilità, oltre al rispetto dei reciproci spazi. La nostra storia è nata ancora sui banchi di scuola, adesso pensiamo anche ad un figlio».

Padre militare, mamma commessa di Euronics, un fratello maggiore che oggi è titolare di un’azienda di tendaggi e finiture in cui lavora, come dipendente, anche Alessandro, il candidato sindaco dei 5 Stelle si è diplomato come perito aziendale corrispondente in lingue estere alle Einaudi, e appena terminate le superiori, ha trovato subito lavoro. «Sono stato assunto da una multinazionale tedesca di trasporti internazionali: in un paio d’anni da 16 camion colmi a settimana ne partivano 4-5 semivuoti. Ho visto di persona la crisi del mercato all’inizio del nuovo millennio: e ho perso il lavoro perchè l’azienda ha chiuso. Sono approdato così ad un’attività che ho amato moltissimo: lavoravo nelle scuole facendo teatro per ragazzi, un’esperienza fondamentale. Ho lavorato anche per le assicurazioni Generali ma non mi hanno assunto. Ora sono davvero contento perchè quella creata da mio fratello è un’azienda giovane e dinamica che funziona molto bene. Nel frattempo però c’è stato anche il rugby».

Alessandro Gennari, con il suo metro e novanta, ha infatti al suo attivo anche un passato di rugbista in serie A. «Siamo una famiglia di sportivi: mio padre giocava a calcio, è stato anche nella Primavera dell’Hellas, mio fratello ha passato una vita sugli sci, ora è allenatore. Io a 10 anni ho provato tutti gli sport, dalla pallanuoto al tennis, e alla fine mi sono innamorato del rugby, grazie al quale ho sconfitto anche il rischio del sovrappeso che gravava sulla mia adolescenza. Ho giocato per il Cus Verona rugby e a 18 anni sono arrivato alla Nazionale. Oggi? La mattina non trascuro mai di fare la mia ginnastica, abbinata a qualche corsetta o qualche pedalata ogni tanto».

Se insomma lo sport non è più una «dipendenza», la musica resta invece una compagnia fondamentale. «Faccio parte di una band, gli Almanera, e del trio Terza classe: suoniamo la musica che ha segnato gli anni tra i Cinquanta e gli Ottanta, soprattutto black music, soul, funky o i grandi gruppi, dai Police ai Queen».

È il momento di un caffè, che beviamo sul bel balcone. Niente moka, ha la macchinetta per l’espresso ma «detesto le cialde», spiega premendo il caffè nel filtro. Anche dalla credenza, che apre per prendere due tazzine (curiose: l’esterno è decorato come se fosse un maglione a trecce), trapela un ordine impeccabile. «Sono uno che ama avere tutto sotto controllo», confessa, girando un cucchiaino di zucchero. «Sono forse un po’ abitudinario, per esempio con la ginnastica la mattina o la lettura la sera. Non mi piace lasciare le cose al caso: sono uno che organizza».

E prende a raccontarci come vorrebbe organizzare la città, ma questa è un’altra storia.

Alessandra Galetto

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