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Il Popolo della Famiglia
rifiuta le «offerte»

La conferenza stampa di Filippo Grigolini, al primo turno candidato sindaco del Popolo della Famiglia
La conferenza stampa di Filippo Grigolini, al primo turno candidato sindaco del Popolo della Famiglia
La conferenza stampa di Filippo Grigolini, al primo turno candidato sindaco del Popolo della Famiglia
La conferenza stampa di Filippo Grigolini, al primo turno candidato sindaco del Popolo della Famiglia

La famiglia? «Non è uno slogan da ballottaggio, ma deve diventare il pilastro fondativo di un’azione amministrativa». No a compromessi, dunque, e guai allora a gettare ancore a chi è alla ricerca di «voti-salvezza». Quindi dicono «No» a entrambi i candidati al ballottaggio, Federico Sboarina e Patrizia Bisinella, tutti e due del centrodestra. «Per rispetto agli elettori che ci hanno scelto con motivazioni forti e chiare», dice Filippo Grigolini, candidato sindaco del Popolo della Famiglia. Che fa sapere: «Io andrò alle urne, ma voterò scheda bianca. Questa è una posizione personale, che non intende coinvolgere il nostro movimento e i 4.568 elettori che ci hanno votato. E con discernimento decideranno cosa fare».

Poi Grigolini delinea un perimetro chiaro del suo movimento, che ha conquistato il 3,4 per cento, ma non ha un seggio in Consiglio comunale. Conferma che entrambi gli schieramenti al ballottaggio hanno chiesto al Popolo della Famiglia «un incontro la scorsa settimana, cercando un appoggio che - nel caso della lista di Sboarina - è arrivato, domenica 18 giugno, a mettere sul piatto un assessorato alla famiglia. Proposte peraltro non corroborate da chiarezza programmatica, operativa, e da loro inviti per un accordo formale, segno di divisione interna e dell’evidente possibilità di una vera convergenza sui nostri principi».

Proprio sul tema dell’assessorato alla famiglia, di cui ha sottolineato l’importanza il vescovo Giuseppe Zenti in un suo documento sulle elezioni amministrative, Grigolini dichiara «di aver contattato personalmente ambienti della curia, in relazione anche a quella presa di posizione. Ebbene», spiega, «noi parliamo di assessorato alla famiglia da un anno nel nostro programma e da cinque mesi in campagna elettorale. Ci faceva piacere comprendere il senso di quelle affermazioni e ci è stato rivolto il chiaro invito ad accettare quella proposta», dice Grigolini, sottolineando «che è quella di Sboarina. Ora, pur comprendendo e rispettando la cura e la preoccupazione pastorale del vescovo, abbiamo risposto, per citare ancora una volta papa Francesco quando parlò all’assemblea della Cei, che non abbiamo alcun bisogno di vescovi pilota».

Al bar La Costa in Bra, con il vicepresidente Claudio Corradi e con il segretario Antonio Zerman, eletto in Seconda circoscrizione (in altre eletti Andrea Cona e Carlo Zambaldo), Grigolini ha poi chiarito il messaggio politico per dire «No» ad accordi con entrambi gli schieramenti. Sui temi etici «si evidenziano, per le posizioni di Bisinella-Tosi, l’abbraccio mortale con la linea del Pd, contraria alla tutela della famiglia naturale con l’appiattimento sulla piattaforma ideologica Lgbt come già mostrato in questi anni».

Sul fronte del candidato sindaco Sboarina «si sottolineano le posizioni libertarie di Forza Italia, di buona parte di Verona Domani, dei Liberali Riformatori Socialisti - con il sostegno alle unioni civili e al Ddl Fedeli 1680 firmato dalla senatrice Bonfrisco per l’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole - quindi le posizioni estremiste e disvaloriali di parte della Lega su tematiche come la dignità della donna, schiava e prostituta o del divorzio lampo e con le apertura del governatore Zaia sul suicidio assistito».

Enrico Giardini

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