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Il Papa ricorda le vittime
dell’incidente del pullman

Il sopralluogo al cavalcavia contro cui è finita la tragica corsa del pullman ungherese. Sono stati eseguiti degli accertamenti per verificare la stabilità del manufattoIl professor Gyorgy Vigh, che nel rogo ha perso entrambi i figli, con i suoi studenti durante una gitaL’hotel Ibis dov’erano ospitati i familiari delle persone deceduteGli operatori sanitari ungheresi al Polo Confortini
Il sopralluogo al cavalcavia contro cui è finita la tragica corsa del pullman ungherese. Sono stati eseguiti degli accertamenti per verificare la stabilità del manufattoIl professor Gyorgy Vigh, che nel rogo ha perso entrambi i figli, con i suoi studenti durante una gitaL’hotel Ibis dov’erano ospitati i familiari delle persone deceduteGli operatori sanitari ungheresi al Polo Confortini
Il sopralluogo al cavalcavia contro cui è finita la tragica corsa del pullman ungherese. Sono stati eseguiti degli accertamenti per verificare la stabilità del manufattoIl professor Gyorgy Vigh, che nel rogo ha perso entrambi i figli, con i suoi studenti durante una gitaL’hotel Ibis dov’erano ospitati i familiari delle persone deceduteGli operatori sanitari ungheresi al Polo Confortini
Il sopralluogo al cavalcavia contro cui è finita la tragica corsa del pullman ungherese. Sono stati eseguiti degli accertamenti per verificare la stabilità del manufattoIl professor Gyorgy Vigh, che nel rogo ha perso entrambi i figli, con i suoi studenti durante una gitaL’hotel Ibis dov’erano ospitati i familiari delle persone deceduteGli operatori sanitari ungheresi al Polo Confortini

Parole di conforto sono arrivate ieri da papa Francesco per i familiari delle vittime e dei feriti dell’incidente avvenuto sulla Serenissima. Il pontefice ha accolto con dolore la notizia di quanto avvenuto venerdì notte alle porte di Verona e ha deciso di rivolgere un pensiero a tutti coloro che in qualche modo sono rimasti coinvolti nella tragedia. Il messaggio è stato trasmesso da Pietro Parolin, cardinale e segretario di Stato della Santa Sede, al cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest. Papa Francesco ha pregato affinché «i familiari e gli amici trovino consolazione nell’amore misericordioso di Dio onnipotente, attingendo alla grazia del Signore».

Il dolore, però, non accenna a passare. Anche gli ultimi familiari delle vittime che erano ospitati all’Hotel Ibis in Zai hanno fatto ritorno a Budapest, dove attenderanno il rientro delle salme. Si erano precipitati a Verona dopo la notizia dell’incidente maledetto, chi con il taxi, chi con altri mezzi di fortuna, senza sapere di preciso a cosa sarebbero andati incontro. Hanno fornito ai medici e agli inquirenti campioni di Dna da confrontare con quelli dei sedici cadaveri sfigurati dalle fiamme e irriconoscibili, recuperati dall’autobus incendiato. E poi sono ripartiti, senza nemmeno avere un corpo su cui piangere, perché le procedure di identificazione sono complesse e ci vorrà ancora qualche giorno per dare un nome ai cadaveri.

Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szìjjartò, infatti, ha fatto sapere ieri che il rimpatrio delle salme slitterà presumibilmente alla prossima settimana. Fin da subito il governo aveva annunciato che si sarebbe fatto carico dei costi per il trasporto dei corpi. Ieri, inoltre, il Consiglio comunale di Budapest, su proposta del sindaco di Budapest István Tarlós , ha deciso all’unanimità di accollarsi i costi dei funerali.

Nel frattempo, sempre dall’Ungheria, è stato il colonnello Joseph Oberling, capo del Dipartimento della polizia stradale ungherese, a fornire alcune indicazioni su quanto sta avvenendo a Budapest. Nel fine settimana alcuni agenti della polizia ungherese hanno raggiunto Verona per fornire supporto agli inquirenti italiani, con informazioni più veloci e precise sui passeggeri, e hanno lavorato fianco a fianco, sotto il coordinamento del comandante della polizia stradale Girolamo Lacquaniti e del pm Nicola Scalabrini.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ungherese Mti, il colonnello Oberling avrebbe riferito che sarà molto difficile risalire alle cause dell’incidente e che dai primi accertamenti parrebbe che non vi siano tracce di guasti meccanici né sull’asfalto, né sull’autobus, o meglio su ciò che ne rimane: «Parte del materiale è andato completamente distrutto ed è anche possibile che non si arrivi mai a sapere com’è avvenuto l’incidente». Nei giorni scorsi, infine, l’Ufficio investigativo nazionale ungherese ha perquisito la sede dell’azienda di noleggio autobus Pizolit Ltd, dove sono stati sequestrati documenti tecnici sugli autisti e sul pullman dell’incidente, un Setra 317 Gt-Hd. «L’autobus», ha fatto sapere in una nota Tibor Czakò, titolare della Pizolit Ltd, «era in ottime condizioni: era stato sottoposto a revisione in dicembre, con pneumatici nuovi da novembre».

Manuela Trevisani

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