<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
DIRETTA VERONA

Il sindaco Tosi:
"La responsabilità
è di Sicuritalia"

Lo studio di Diretta Verona
Lo studio di Diretta Verona
Lo studio di Diretta Verona
Lo studio di Diretta Verona

"Il furto del secolo. Di chi è la colpa della razzia di capolavori a Castelvecchio?". E' il titolo dell'appuntamento di ieri sera con Diretta Verona, in onda su Telearena.

Il riferimento è, ovviamente, alla razzìa di una settimana fa al Museo di Castelvecchio, dove ignoti hanno trafugato, indisturbati, 17 capolavori, tavole e tele tra le più preziose del museo: da Pisanello a Rubens, da Tintoretto a Mantegna. 

Da allora, non solo in città, infuria la polemica su cosa (e, soprattutto perché) non ha funzionato nell'apparato di sicurezza. Da allora gli estimatori delle opere d'arte si interrogano su che fine abbiano fatto i preziosi dipinti. Mentre gli investigatori, nel massimo riserbo, inseguono diverse piste, e i cittadini pretendono che chi, a diversi livelli, non ha fatto il massimo per vigilare su questi tesori, si assuma le proprie responsabilità.

A provare a ricostruire quanto accaduto è stato il sindaco Flavio Tosi, dopo aver relazionato nella riunione del Consiglio comunale chiesta dall'opposizione per fare chiarezza sulle responsabilità in tema di sicurezza nei musei e nei palazzi comunali. A sottolinearne l'estrema gravità del furto c'era chi ha amato, studiato e lavorato per valorizzare questi e altri capolavori per 22 anni: Paola Marini, direttrice dei Musei Civici di Verona, che da dicembre saluterà Verona per prendere le redini delle gallerie dell'Accademia di Venezia. Ma che in riva all'Adige lascia il cuore e, ora, anche tanta amarezza. "Non ci credo ancora", dice, "mi sembra di vivere in un incubo". 

Intanto il ministro dei Beni Culturali Franceschini l'ha assicurato anche oggi: "Abbiamo messo in campo le energie migliori del Paese per risolvere il caso". Ma la polemica sulle falle dell'apparato di sicurezza non accenna a placarsi. "Come vengono scelte le realtà che si occupano della sicurezza nei musei e nei palazzi veronesi?", si chiede il giornalista, già assessore comunale alla Cultura, Alfredo Meocci. "Evidentemente al massimo ribasso".

E dal report di Sicuritalia presentato dal sindaco in Consiglio comunale emerge che la sera del furto la centrale aveva rilevato due allarmi in alcune scuole di Verona e un segnale dalla Gran Guardia per allarme non inserito. "Perché, allora, nessun segnale è stato rilevato a Castelvecchio?", rincara la giornalista Alessandra Vaccari.

Marco Ambrosini, assessore comunale al Turismo, assicura che "il Comune ha già messo in mora Sicuritalia perché doveva accorgersi subito che l'allarme a Castelvecchio non era stato attivato". Mentre il silenzio di Sicuritalia stupisce: "Anomalo che in una settimana non abbiano mai sentito il bisogno di chiarire ufficialmente la loro posizione", sottolinea Vaccari.

Si passa a parlare delle polizze assicurative i cui indennizzi, è stato chiarito in questi giorni, sono bassi rispetto al valore delle opere rubate: "I massimali delle polizze assicurative andrebbero rivisti e alzati. C'è una responsabilità politica in tutto ciò", dichiara il senatore di Forza Italia Stefano Bertacco chiamando in causa il sindaco.

Risponde Flavio Tosi: "Se fossero state rispettate tutte le procedure previste, quel furto non ci sarebbe mai stato. Il Comune, quindi, si rivarrà nei confronti dell'istituto di vigilanza. Non ci sono, in ogni caso, responsabilità da parte del Comune e quanto alle norme di sicurezza Castelvecchio rispetta tutti i parametri richiesti dalla normativa vigente e finora ha sempre funzionato. Come affermano anche al ministero, di fronte a una rapina a mano armata, dieci guardie invece di una non avrebbero fatto la differenza". 

Chiosa Vittorio Sgarbi: "Per Castelvecchio, simbolo assoluto tra i musei italiani, serve un sistema di tutela maggiore". 

 

Suggerimenti