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Il derby Salvini-Tosi si prende la scena

Flavio Tosi e Patrizia Bisinella allo stadio per festeggiare il compleanno del sindaco FOTO MARCHIORIMatteo Salvini durante la sua passeggiata in piazza Bra: dopo è andato anche nei quartieri FOTO MARCHIORI
Flavio Tosi e Patrizia Bisinella allo stadio per festeggiare il compleanno del sindaco FOTO MARCHIORIMatteo Salvini durante la sua passeggiata in piazza Bra: dopo è andato anche nei quartieri FOTO MARCHIORI
Flavio Tosi e Patrizia Bisinella allo stadio per festeggiare il compleanno del sindaco FOTO MARCHIORIMatteo Salvini durante la sua passeggiata in piazza Bra: dopo è andato anche nei quartieri FOTO MARCHIORI
Flavio Tosi e Patrizia Bisinella allo stadio per festeggiare il compleanno del sindaco FOTO MARCHIORIMatteo Salvini durante la sua passeggiata in piazza Bra: dopo è andato anche nei quartieri FOTO MARCHIORI

Duello a distanza tra il leader della Lega Nord Matteo Salvini, tornato ieri a Verona per la quinta volta dall’inizio della campagna elettorale - è già previsto un suo nuovo blitz per giovedì prossimo - e il sindaco uscente Flavio Tosi che al chiosco del Bentegodi ha festeggiato il suo 48° compleanno, insieme alla compagna e candidata sindaco Patrizia Bisinella.

«Le priorità per Verona», scandisce, appena arrivato in Bra il segretario federale del Carroccio, «sono sicurezza, riduzione delle tasse locali, parcheggi, un po’ di decoro, magari qualche centro commerciale in meno e un po’ di attenzione ai negozi veronesi in più». Poi sferra un attacco a Tosi sul tema delle spese sostenute in campagna elettorale: «Sta spendendo tanti soldi che sicuramente non arrivano dal bottegaio, ma da qualcun altro...».

Parole al vetriolo cui replica lo stesso Tosi in serata. «La nostra campagna elettorale», esclama il sindaco, «è finanziata quasi per la totalità da piccole, anche piccolissime, e medie imprese che evidentemente credono in Patrizia Bisinella e in Flavio Tosi e che capisco non vogliano sponsorizzare il candidato di Salvini, che non sa governare e non riscuote la fiducia degli imprenditori. Se poi va in giro a blaterare che bisogna uscire dall’euro... Dai centri commerciali», assicura, «abbiamo preso zero euro, e ricordo che ad oggi Adigeo ha invece dato a Verona 1.109 posti di lavoro certificati, ai quali si aggiungono i 260 della nuova apertura». La giornata di Tosi è Salvini è stata attraversata anche da qualche polemica. Il sindaco, allo stadio, ha trovato uno striscione degli ultras che recita «La curva sud non si sfrutta», mentre il capo del Carroccio ha dovuto fare i conti con gli organizzatori di “Golosine 37136“ che su Facebook hanno fatto sapere che «non autorizzano alcun evento politico all’interno della festa della parrocchia». La sosta a Golosine era stata inserita nel calendario della visita.

Salvini, che poi farà tappa a Veronetta, arriva in Bra, insieme a Toni Da Re, segretario veneto, e dai dirigenti locali Paolo Paternoster e Paolo Tosato. Il candidato sindaco Federico Sboarina lo raggiungerà più tardi, al Glam Caffé di Montorio.

«Provengo dalla stazione», esordisce il «capitano» leghista, «dove ho raccolto testimonianze su spaccio, furti, scippi, violenze non degne di una città come Verona... Ma scopro che per Tosi e la Bisinella il problema di questa città è Salvini, mentre per noi sono le migliaia di clandestini che girano indisturbati e che Sboarina riuscirà a mettere in riga». Deluso per il risultato della Lega in città? «Siamo il primo partito del centrodestra per cui bene così», taglia corto, «ma adesso c’è un sindaco da eleggere al di là degli interessi di partito».

C’è tempo anche per una battuta al veleno per il segretario della Conferenza episcopale sulla questione della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. «Ricordo a monsignor Galantino che ci sono milioni di bambini in Italia sotto la soglia di povertà e che ci sono tre milioni di italiani poveri, forse qualche monsignore vive in una realtà parallela».

Da piazzale Olimpia Tosi ironizza: «Vedo che viene spesso qui, spero torni tutti i giorni, perché lui è il peggior biglietto da visita che certifica la dipendenza di Sboarina da Salvini». E sulla sicurezza replica: «Sta girando molto, è normale che sia stanco e che si confonda con Padova, dove problemi di sicurezza alla stazione e in città c’erano e son rimasti anche con Bitonci, che forse non a caso è stato sfiduciato, forse si confonde con Milano, dove non ha avuto il coraggio di candidarsi sindaco nonostante l’avesse proclamato ai quattro venti, mentre invece tutti quelli che vengono qui attestano che la nostra è una città più sicura, più ordinata, più pulita... La sua è una campagna elettorale penosa».

Enrico Santi

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