<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Un’interrogazione

Il caso profughi
in Parlamento
«Via chi spaccia»

Carabinieri impegnati nei servizi di controllo antispaccio sui bastioniLa senatrice Patrizia Bisinella
Carabinieri impegnati nei servizi di controllo antispaccio sui bastioniLa senatrice Patrizia Bisinella
Consultazioni

Finirà in Parlamento, all’attenzione del ministro dell’Interno, il caso dei profughi trovati a spacciare droga ai minorenni sui bastioni, una zona sempre più terreno di frontiera dove i ragazzini vanno a cercare le dosi di marijuana e i migranti spesso si accampano con bivacchi di fortuna. Al punto che il Comune ha dovuto istituire un servizio di vigilanza privata per pattugliare i bastioni.

Dopo l’inchiesta di ieri del nostro giornale che ha approfondito i motivi per cui non è possibile procedere all’espulsione dei richiedenti asilo, che in caso di reati hanno al massimo l’obbligo di firma in attesa che la loro pratica venga evasa dagli uffici, prende carta e penna la senatrice Patrizia Bisinella del movimento Fare!

«Chiederò», rivela, «con un’interrogazione al Ministro degli Interni l’allontanamento immediato del sedicente profugo richiedente asilo arrestato a Verona perché spacciava droga ai ragazzini: stiamo infatti assistendo all’ennesima sconcertante vicenda che vede lo Stato incapace di espellere un criminale a causa della debolezza legislativa in materia e delle lentezze burocratiche».

Infatti per evadere le richieste di asilo da parte dei profughi servono mesi di attesa e nel frattempo i migranti restano nei centri gestiti dalle associazioni di volontariato. E le espulsioni quindi sono quanto mai difficili.

«Si tratta, nella nostra città, del terzo caso che si verifica in poco tempo che però non va a buon fine per l’impossibilità di eseguire l’ordine di immediata espulsione».

Il profugo del Gambia arrestato perché trovato dai carabinieri a spacciare sui bastioni, comparso davanti al giudice, è stato condannato all’obbligo di firma e quindi non si potrà allontanare dall’hotel dove in questo periodo risiede.

«E’ chiaro che di fronte al ripetersi di situazioni di questo tipo – aggiunge – si crea un senso di impotenza da parte delle stesse forze dell’ordine e delle Istituzioni, privi dei poteri di legge necessari per contrastare questi fenomeni di illegalità, oltre che di rabbia per i cittadini. Nonostante negli anni per garantire la sicurezza dei veronesi siano state effettuate dall’amministrazione comunale nuove assunzioni nel comparto della Polizia locale, sia stato attivato il servizio di pattugliamento dell’area urbana da parte dell’esercito e, da questo mese, vi siano anche guardie giurate armate per le zone più sensibili della città, tutti questi interventi rischiano di essere insufficienti in mancanza di risposte a monte, da parte dello Stato, che garantiscano azioni forti ed immediate contro chi, ospite nel nostro Paese, delinque. Da parte del ministero dell’Interno devono essere garantite procedure di allontanamento con tempi certi e rapidi».

«E’ da molto – conclude la senatrice Bisinella – che abbiamo presentato proposte di legge che prevedono tempi stretti e potenziamento del personale dedicato alle procedure di riconoscimento ed espulsione dei non aventi diritto all’asilo: non è accettabile che lo Stato si limiti ad imporre a uno straniero che spaccia droga solo un obbligo di firma nello stesso albergo in cui viene ospitato a spese dei cittadini».

Suggerimenti