Pietra tombale sull'insediamento dell'Ikea alla Marangona, l'area di un milione 300mila metri quadrati a sud di Verona, di proprietà del Consorzio Zai.
L'Amministrazione comunale, con il sindaco Federico Sboarina, l'assessore all'urbanistica e all'ambiente Ilaria Segala e con quello ai lavori pubblici e alla mobilità, Luca Zanotto, ha preso atto di quanto la Regione Veneto le ha comunicato, vale a dire l'incompatibilità del progetto - un centro vendita di mobili Ikea, di 40mila metri quadrati, con annesso un centro commerciale su 80mila metri quadrati - con le leggi regionali in materia urbanistica e del commercio, oltre che sulle ultime norme relative al consumo di suolo pubblico.
«Ci sono ragioni di tipo tecnico e giuridico che ora non consentono questo insediamento», ha detto Sboarina, con la Segala, in municipio.
«Va poi sottolineato che il centro commerciale che Ikea vorrebbe costruire a fianco del punto vendita di mobili sarebbe esteso il doppio di Adigeo, a Verona sud, con tutte le implicazioni pesanti di carattere viabilistico. La nostra Amministrazione, contrariamente a quella che ci ha preceduto, è per uno sviluppo sostenibile e questo insediamento sarebbe stato eccessivo».
Sboarina ha poi rimarcato che «non c'è alcun collegamento tra il progetto Ikea e i finanziamenti che in parte esso avrebbe prodotto per la variante alla strada statale 12, che dovrebbe sgravare di traffico Ca' di David. Sarà l'Anas a fare la variante e il progetto è in fase avanzata», ha ricordato anche Zanotto, «e il 28 giugno ci sarà una conferenza di servizi anche con la Regione, che ha già uno studio sul beneficio per il traffico che la variante comporterà».