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Ikea: «Bocciatura ingiustificata»

Un punto vendita dell’Ikea. In Veneto il colosso svedese è solo a Padova
Un punto vendita dell’Ikea. In Veneto il colosso svedese è solo a Padova
Un punto vendita dell’Ikea. In Veneto il colosso svedese è solo a Padova
Un punto vendita dell’Ikea. In Veneto il colosso svedese è solo a Padova

Pietra tombale sul progetto Ikea alla Marangona: Ikea contrattacca. Esprimendo il «rammarico per la bocciatura di un progetto di grande valore per il Veneto», ma anche la disponibilità a «rivederlo insieme, in alcune parti». Piantando però paletti: «L’Amministrazione comunale ci dica qual è la sua valutazione politica sul piano, perché se non si arriverà a una conclusione valuteremo alternative, ma non a Verona». È la posizione dell’azienda Ikea, il colosso svedese del mobile a basso costo. Tutto ciò dopo che il sindaco Federico Sboarina, con gli assessori all’urbanistica Ilaria Segala e ai lavori pubblici Luca Zanotto, ha fatto sapere che l’insediamento di un punto vendita di mobili Ikea, con vicino a un centro commerciale generico pure costruito da Ikea, è irrealizzabile «perché incompatibile con la normativa regionale urbanistica e del commercio». La Marangona è un terreno di 1,4 milioni di metri quadrati a sud della città. È proprietà del Consorzio Zai, che gestisce l’interporto logistico Quadrante Europa. Ikea sorgerebbe su 280mila metri quadrati: 40mila del centro vendita di mobili e 80mila del centro commerciale. «Il doppio di Adigeo», ha detto Sboarina, sottolineando come il solo centro del mobile sarebbe accettabile, ma il resto no. La società però non ci sta. «Ikea ha appreso da fonti di stampa che il progetto presentato per la realizzazione dell’insediamento commerciale alla Marangona avrebbe ricevuto un parere negativo da parte della Regione Veneto», dice una nota. «Allo stupore dovuto all’assenza di un’adeguata e approfondita istruttoria - come meriterebbe un intervento di tali dimensioni - si aggiunge il disappunto per la scelta dell’Amministrazione comunale di comunicare tale decisione attraverso gli organi di stampa senza alcuna informazione preventiva rivolta agli attori interessati», prosegue Ikea. «A ciò si unisce il rammarico per la bocciatura di un progetto di grande valore per tutto il territorio veneto, sul quale Ikea ha lavorato intensamente in questi anni con le Amministrazioni che nel tempo si sono succedute, manifestando in ogni occasione la disponibilità a discutere di eventuali modifiche e miglioramenti». L’azienda «ha più volte evidenziato come il progetto rappresenti un’opportunità per il territorio di Verona e per il Veneto tutto. Basti pensare che Ikea ha previsto un investimento pari a 250 milioni, con ingenti oneri e opere di compensazione a favore del Comune di Verona e della Regione e ha stimato la creazione di circa 1.000 posti di lavoro. Questo progetto riveste un ruolo cruciale nel piano di sviluppo di Ikea per il territorio veneto, una regione su cui l’azienda fino a oggi ha fortemente investito, creando migliaia di posti di lavoro in forma diretta o indiretta e nella quale vorrebbe continuare a investire». Parole chiare, quelle di Ikea. Del suo possibile arrivo a Verona si parla da otto anni, Amministrazione Tosi. La prima ipotesi, poi tramontata, era all’area Biasi, tra Borgo Roma e Ca’ di David. Nel 2014 è spuntata l’idea Marangona. Il 31 luglio scade l’accordo preliminare di vendita del terreno tra Zai e Ikea. Se non dovesse andare in porto il progetto, Zai dovrebbe restituire a Ikea 3,5 milioni. Ora tutto tramontato? «Ci siamo confrontati con la precedente Amministrazione e siamo disponibili a farlo anche con quella attuale, a cui abbiamo inviato gli studi sui flussi di traffico», dice Alessandro Paglia, Property and Expansion manager di Ikea. «Vogliamo realizzare un centro di vendita per le famiglie, per far trascorrere loro una giornata insieme». In Veneto Ikea c’è a Padova. La più vicina a Verona è poi in Lombardia, a Roncadelle, a cinque chilometri da Brescia. Verona è in mezzo. Ma fino a quanto si potrebbe ridurre il centro commerciale, il punto critico secondo il Comune? «C’è un equilibrio delicato», dice Paglia. «Il centro del mobile da solo non regge. Ma noi siamo disponibili a valutare soluzioni diverse dal centro commerciale, come un parco divertimenti o un centro sportivo. Ma ora chiediamo all’Amministrazione di rispondere sull’intenzione politica di vedere realizzato a Verona un centro Ikea di alto interesse regionale. Senza risposta cambieremo destinazione». •

Enrico Giardini

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