<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«I palazzi di Cariverona
per il rilancio della città»

Il presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco e il direttore generale Giacomo Marino FOTO MARCHIORI
Il presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco e il direttore generale Giacomo Marino FOTO MARCHIORI
Il presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco e il direttore generale Giacomo Marino FOTO MARCHIORI
Il presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco e il direttore generale Giacomo Marino FOTO MARCHIORI

Lo sguardo è rivolto al futuro, a una Verona dal centro storico tutto da progettare, e recuperare. Si è parlato di numeri, ieri, nella sede della Fondazione Cariverona, in occasione della presentazione del bilancio d’esercizio 2016, ma soprattutto si è discusso del destino che attende i numerosi immobili di proprietà della Fondazione e del fondo Verona Property, controllato da Cariverona e da Unicredit con Torre sgr. Edifici di pregio, palazzi che ricoprono interi isolati, piccoli e grandi gioielli disseminati qua e là tra le vie del centro storico e concentrati, in particolare, attorno alla storica sede dell’ex Cassa di Risparmio in via Garibaldi.

Una proprietà che si estende a quello che viene definito «il quadrilatero», racchiuso tra via Garibaldi, via Sant’Egidio, via Emilei e via San Mamaso, rimasto «vuoto al 95%» dopo il trasferimento degli uffici Unicredit in zona industriale e le varie dismissioni. Il presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco è ben consapevole del valore di questi immobili, soprattutto in relazione alla riqualificazione della città. «È nostra intenzione avvalerci di esperti urbanistici di altissimo livello per elaborare una progettazione, in accordo con il Comune, che sia in grado di infondere un significato intrinseco all’intervento, in una città plurisecolare come Verona, che vanta una stratificazione di diverse culture», osserva Mazzucco.

«Nel corso dei primi incontri è già emerso che questa riqualificazione sarà decisiva per il recupero o la fine del centro storico della città». L’area di cui si sta parlando è, infatti, molto estesa. Nella zona del “quadrilatero” sorgono palazzi pregiatissimi, che erano tutte residenze signorili prima di venire acquisite dall’ex Cassa di Risparmio.

Ma anche sul lato opposto di via Garibaldi le proprietà bancarie sono molto ampie e arrivano fino a via Augusto Verità, senza considerare poi la zona di piazzetta Monte, dietro piazza Erbe, Palazzo Bottagisio, vicino a Porta Leoni, Palazzo del Capitanio in piazza dei Signori, e molti altri edifici.

«Il nostro intento è riuscire ad arrivare a una progettazione in cui vengano coniugate le esigenze della città con quelle della Fondazione, ovvero produrre reddito», prosegue il presidente. Accanto agli interventi sul patrimonio immobiliare istituzionale, come quello su Castel San Pietro (che si concluderà indicativamente tra un anno)e agli immobili a patrimonio, figurano poi quelli di proprietà del fondo Verona Property, come ad esempio Palazzo Bottagisio.

«L’aggiornamento dell’accordo con Torre sgr (società leader nella gestione immobiliare e partecipata da Unicredit, ndr) per la gestione del fondo Property punta proprio a due obiettivi: velocizzare le opere e rendere meno dispendiosa la convenzione stessa», conclude Mazzucco. «C’è infatti la necessità di realizzare gli interventi in tempi più rapidi, in ordine con le attese della Fondazione Cariverona e degli interlocutori a favore dei quali si eseguono queste opere».

EROGAZIONI. Sempre ieri è stato poi presentato il bilancio di missione, che descrive l’attività istituzionale della Fondazione Cariverona, mirata all’utilità sociale e al sviluppo economico del territorio. Nel 2016 sono stati sostenuti 749 progetti, per uno stanziamento complessivo di risorse pari a 69,8 milioni di euro, di cui 42,6 milioni per progetti presentati sui bandi e 27,2 milioni per iniziative attuate direttamente dalla Fondazione o da soggetti terzi. Di questi 69,8 milioni, 31,7 sono confluiti su Verona, dove i progetti finanziati sono stati 339. Ma gli impegni assunti hanno interessato anche le altre province di riferimento della Fondazione, tra cui Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova. L’attività della Fondazione, nel 2016, si è concentrata soprattutto in settori che esprimono bisogni primari, come povertà e disoccupazione, indirizzando gran parte delle risorse in volontariato, filantropia e beneficenza, ma riservando un’attenzione speciale anche all’area culturale, dell’educazione e della formazione.

«Con una gestione attenta e responsabile siamo riusciti nel difficile compito di tener fede agli impegni assunti e, nello stesso tempo, a difendere il patrimonio da ulteriori complicazioni», sostiene Mazzucco, riferendosi al rapido declino di Unicredit, cui è conseguito l'aumento di capitale. «E per il 2017 abbiamo potuto alzare le erogazioni previste dai 40 milioni originari a 43,3 milioni».M.Tr.

Suggerimenti