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I due lecci tagliati fanno
insorgere gli abitanti
Amia: «Erano cariati»

I lecci tagliati in lungadige Campagnola FOTO MARCHIORI
I lecci tagliati in lungadige Campagnola FOTO MARCHIORI
I lecci tagliati in lungadige Campagnola FOTO MARCHIORI
I lecci tagliati in lungadige Campagnola FOTO MARCHIORI

Alberi abbattuti in lungadige Campagnola. Ma l'allarme che parte dai cittadini viene presto placato. «I due lecci erano cariati all'interno e per questo pericolanti», spiega infatti il coordinatore del servizio manutenzione verde pubblico dell'Amia, l’Agenda municipalizzata di igiene ambientale, Marco Magnano. «Saranno ripiantati in autunno o al massimo il prossimo inverno. L'intervento era già in programma da qualche tempo, e si è atteso il periodo adeguato, vale a dire l’estate quando il lavoro comporta minore disagio per il traffico, che in questa stagione è chiaramente minore, per procedere al taglio».

I due lecci spariti dalla scena sfilavano insieme ad altri 50 esemplari nel tratto di lungadige che sta tra l'ex Arsenale e ponte della Vittoria.

«Non è facile valutare lo stato di salute della pianta se non si fanno ispezioni approfondite», spiega l'esperto. «Le foglie appaiono sane ma se la base è cariata il rischio di caduta aumenta. I monitoraggi che effettuiamo periodicamente rivelano eventuali sintomi di degrado del legno e ci portano a chiamare dei tecnici per perizie esterne. Quindi si valuta il da farsi. L'obiettivo è evitare eventuali crolli e cadute, specie in caso di temporali violenti».

Il verde, a quanto pare, è tenuto costantemente sotto controllo dai cittadini, che a ogni taglio di albero sono pronti a mettersi in assetto da guerra.

Di episodi da ricordare ce ne sono parecchi in città, da quello con protagonisti i due platani ultracentenari in via Cesiolo, su cui, nel 2015, anche gli ambientalisti avevano dato il benestare all'abbattimento per l' estesa carie che li rendeva pericolosi, fino all'olmo tagliato via l'anno seguente in via Mameli dopo che era stato devastato da un violento nubifragio.

Le robinie eliminate delle regaste San Zeno avevano invece fatto scendere in campo le associazioni ambientaliste, come pure il pioppo di Castelvecchio e il leccio dei giardini Lombroso. E non era stato particolarmente apprezzato nemmeno il taglio dei due tigli a ridosso dell'Arco dei Gavi, per fare spazio agli scavi archeologici destinati a fare riaffiorare un mosaico individuato per la realizzazione di un fossato «anti-writers» a protezione dell'Arco stesso.

Più di recente la città si è sollevata per contrastare le motoseghe accese per abbattere i 21 lecci in lungadige San Giorgio, temendo persino che “lo scempio” venisse fatto per lasciare posto agli autobus turistici. Così in realtà non è stato, ma nonostante la piantumazione di 28 nuovi esemplari, l’addio alla maestosità delle vecchie piante, che a quanto pare avevano problemi di stabilità, non è andata giù a tutti, come molti altri abbattimenti che, per alcuni veronesi, restano ingiustificati per quanto dichiarati necessari da tecnici ed esperti.C.BAZZ.

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