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Assemblea al Mondin

I danni dell'alcol e della droga:
lezione e testimonianze a scuola

Assemblea al Mondin
Da sinistra, Comparini, Cristani, Tosetti, Benusiglio Lorenzini e Carazzolo
Da sinistra, Comparini, Cristani, Tosetti, Benusiglio Lorenzini e Carazzolo
Incontro su droga e alcol

L’alcool e la droga sono stati i temi dell’assemblea organizzata dai rappresentati degli studenti dell’istituto Mondin a cui sono interventi durante l'incontro il dottor Drusetta (Responsabile programmi formazione Exodus), il dott. Luigi Bianco, il dott. Angelo Bifone, Giorgia Benusiglio, la dott.ssa Anna Lisa Tiberio (referente provinciale politiche giovanili, rete cittadinanza costituzione e legalità del miur) e infine il dott. Mannino.

 

Lo studente Giovanni Tosetti ha fatto da moderatore. Il tema ha richiamato tutti gli studenti dell’istituto i quali hanno avuto la possibilità di interagire direttamente con i relatori, ponendo domande e instaurando un dialogo diretto con loro. Nella prima parte della mattinata Angelo Bifone, fisico docente universitario e direttore di vari dipartimenti dell'istituto italiano della tecnologia ha evidenziato come l’alcool sia una sostanza in grado di essere metabolizzata dal nostro corpo e da cui esso ne trae energia, sempre se assunto in quantità ridotte: “Le dipendenze da alcool, fumo e sostante stupefacenti – aggiunge Bifone - rappresentano la malattia del libero arbitrio dalla quale, con l'avanzare del tempo, è difficilissimo uscirne. Queste sostanze provocano, una volta oltrepassate le barriere protettive cerebrali, la distruzione delle sinapsi, ovvero dei collegamenti tra i neuroni, danneggiandoli irrimediabilmente".

 

Il dottor Luigi Bianco, commissario capo e funzionario della squadra mobile della questura di Verona, avverte i ragazzi sulle possibili conseguenze per il possesso di droghe: "L'assunzione di sostante stupefacenti vietate dal nostro ordinamento rappresentano un elevatissimo problema sia per la propria integrità fisica, sia per lo sviluppo sociale delle generazioni future. Per ogni scelta compiuta, vi saranno delle specifiche conseguenze, e vi posso assicurare che a causa di una condanna per spaccio avrete la vita lavorativa e sociale irrimediabilmente danneggiata - commenta il dott. Bianco, che a conclusione del suo intervento afferma - non vi augurerò mai nella vita l'atroce sofferenza di avere davanti a sé una madre o un padre in lacrime per la morte del figlio dovuta ad un abuso di sostanze stupefacenti, godetevi la vita nella sua semplicità e limpidezza".

 

Poi Nicolò Mannino, presidente parlamento della legalità internazionale, è intervenuto con lo slogan : “Dalla droga si esce, ma tu non entrarci". "Abbiate il coraggio di mettere il portafoglio sotto i piedi – dice -perché con i soldi si compra una casa, ma non la famiglia. Nella vita arriverete tutti di fronte ad un bivio: rimanere gallina, con le ali ma che per cibarsi becca a terra, o diventare aquila, consci delle proprie capacità e con l'obbiettivo di volare più alto possibile. Ricordo che da giovane avevo un amico, che abitualmente assumeva sostanze stupefacenti ed era dipendente da alcool... si è pure sposato per dimostrare che era maschio, ma uomo non lo è mai diventato".

 

Nella seconda parte della mattinata la toccante testimonianza di Giorgia Benusiglio che ha colpito la sensibilità degli studenti, soprattutto dei più giovani: “Per mezza pastiglia di ecstasy in discoteca a 17 anni – spiega - non potrò mai più vivere una vita come la vostra. Sarò pure stata sfortunata ad avere la vita rovinata per una sola mezza pasticca, ma ricordate che prima o poi la droga verrà a prendere chiunque sotto casa e c'è modo e modo di morire".

 

“Cercare di perdonarsi il fatto che io sia artefice della distruzione della mia stessa vita è qualcosa di umiliante – prosegue Giorgia Benusiglio - sono arrivata a pesare 27 kg, intubata e nutrita endovena per un mese e mezzo di terapia intensiva. Io non mi sento di possedere una vita propria, perché se sono qui ora a parlarvi, è grazie ad Alessandra, una ragazza, al tempo diciannovenne, che quella mia stessa sera morì a causa di un incidente stradale e dalla quale mi trapiantarono il fegato. Il mio fu il primo caso in Italia di trapianto a seguito di un fegato in necrosi fulminante. Il dolore più grande fu quello di vedere mio padre e mia madre, per la prima volta ai miei occhi piccoli, deboli, invasi dalla paura e dai sensi di colpa". Giorgia Benusiglio si è resa promotrice di una campagna a favore della sensibilizzazione dagli abusi di sostante stupefacenti, che avrà inizio l'anno prossimo.

Felice Gattamelata

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