«Capisco il desiderio di reagire dei cittadini, ma la risposta vera è solo quella dello Stato». Sugli episodi criminali che hanno scosso il Veronese interviene con un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano il deputato del Pd e membro della commissione Difesa della Camera Vincenzo D’Arienzo.
«L’ultimo episodio accaduto in città ai danni di un professionista evidenzia, una volta di più, la rilevanza del tema sicurezza». Nella sua interrogazione D’Arienzo accende i riflettori soprattutto sulla situazione in Valpolicella dopo la rapina che è costata la vita al ristoratore di Valgatara. «Se è vero», afferma il parlamentare veronese, «che nella medesima area della Valpolicella ci sono stati, quest’anno e l’anno scorso, più o meno negli stessi periodi, ovvero durante e dopo la vendemmia in autunno e durante e dopo la potatura delle viti in inverno, furti ed episodi simili e a carattere ripetuto e massivo, questo delitto si poteva evitare poiché la prevenzione è l’arma migliore per contrastare il crimine». Secondo D’Arienzo «è arcinoto che in quei periodi l’offerta di lavoro in agricoltura attrae centinaia di lavoratori stranieri, in particolare dall’est europeo». E aggiunge: «Mi dicono che ci siano stati anche furti di auto poi rinvenute con un chilometraggio che testimonia spostamenti di una certa rilevanza».
Nella sua interrogazione, D’Arienzo sottolinea che «in Valpolicella i residenti ammontano a circa 50mila unità» e che «a fronte di questo livello di densità abitativa sono presenti solo le stazioni dei carabinieri nei Comuni di Negrar e Pescantina». A tale proposito parla di «dispositivo di sicurezza assolutamente insufficiente. Spero poi», osserva, «che ci sia stata una valutazione sui fatti avvenuti negli stessi periodi». Al ministro Alfano il deputato chiede «di riesaminare la scarsa presenza delle forze di polizia; di programmare un’attività mirata di intelligence sulle presenze stagionali di stranieri; se sono emersi episodi operativi di un certo rilievo lungo i tratti autostradali di collegamento da e per l’est europeo» e se ci sono «collaborazioni con le polizie dei Paesi dell’est per monitorare gli spostamenti di soggetti con precedenti criminali».E.S.