<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Ho il timore che tornino delle copie»

Gianni Lollis, presidente della Società Belle Arti
Gianni Lollis, presidente della Società Belle Arti
Gianni Lollis, presidente della Società Belle Arti
Gianni Lollis, presidente della Società Belle Arti

«È finito il tempo dell’attesa, quei quadri sono nostri e ce li devono restituire».

Gianni Lollis, presidente della Società di Belle Arti di Verona, è perentorio. Ritorna sulla proposta lanciata da L’Arena, con la Posta della Olga e da Alfredo Meocci e si dice favorevole all’idea di un manifesto cittadino per sollecitare le istituzioni ad attivarsi affinchè le opere trafugate dal museo di Castelvecchio ritornino a casa.

Bisogna smuovere l’opinione pubblica, dice, è passato ormai troppo tempo.

«Mi va benissimo la mostra sui Maya, ma pensiamo anche alla cultura della nostra città. Sul furto è calato il silenzio e pare che nessuno si stia facendo carico della questione. Stiamo parlando di 17 quadri, non uno, tra cui dei veri e propri pezzi unici, dei capolavori».

Alcuni esempi? Lollis non si tira indietro: la “Madonna della Quaglia” del Pisanello, ad esempio, o il “Ritratto di Giovane con disegno infantile” di Francesco Caroto, che Lollis definisce «un “selfie della pittura”, un’opera di valore massimo che non si vede da nessun’altra parte».

La preoccupazione sul destino delle tele è condivisa da chi si occupa d’arte. Secondo Lollis c’è il pericolo che la città dimentichi. In fin dei conti sono passati cinque mesi dal ritrovamento e ancora nessun passo avanti per quanto riguarda la restituzione.

«Nel frattempo a Kiev hanno organizzato una mostra e al presidente Poroshenko è stata conferita la cittadinanza onoraria, cosa che francamente non era così urgente».

A Castelvecchio intanto ci sono le fotografie...

«Come veronese mi sento umiliato all’idea che da mesi chi va a Castelvecchio veda i buchi sulle pareti. Quanto dobbiamo aspettare prima che le tele tornino a casa? Il mio timore è che ci restituiscano delle copie», ammette.

A questo punto, una mobilitazione popolare sembra l’unica soluzione.

«Se chi di dovere tace, siamo pronti a fare il possibile e oltre per far crescere la sensibilità dei cittadini e stimolare le istituzioni – assicura Lollis –. C’è bisogno di un segnale di vitalità che faccia muovere il ministro Dario Franceschini o il presidente Matteo Renzi in persona, se serve, (il quale ha già chiesto a Poroshenko di restituire i quadri-ndr), perchè qua stiamo parlando di un patrimonio italiano. Da custodire, com’è giusto che sia, all’interno delle mura di Castelvecchio. Verona riuscirà ad avere questo sussulto d’orgoglio?».

Laura Perina

Suggerimenti