<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Guido Dorizzi, le battaglie
per istituzioni e diritti civili

Guido Dorizzi
Guido Dorizzi
Guido Dorizzi
Guido Dorizzi

In campo per le istituzioni e per promuovere i diritti civili, nei referendum su divorzio e aborto, con Loris Fortuna, e per sostenere le madri in difficoltà, con i primi consultori familiari. «Ciò con competenza, correttezza e buon senso». Amici e colleghi di tante stagioni politiche ricordano Guido Dorizzi, l’ex consigliere regionale e segretario provinciale del Psdi, vicepresidente degli Istituti ospitalieri e consigliere della Fondazione Cassa di risparmio, scomparso due mesi fa, a 90 anni.

Veronese, diplomatosi a liceo classico Maffei nel 1943, orfano del padre Igino deve abbandonare gli studi di ingegneria e va a lavorare. Poi si laurea con lode alla facoltà di Giurisprudenza di Padova. Comincia l’attività politica nel ’58, nel Partito socialdemocratico (Psdi). Nel ’62 è nominato dal Consiglio comunale, per un quadriennio, nella commissione di vigilanza sulla Biblioteca civica. Nel ’66, come ricorda il figlio Luca, avvocato, avuto dalla moglie Matilde Mariotti, insegnante di lettere, Guido Dorizzi entra a far parte del Consiglio di amministrazione degli Istituti ospitalieri, divenendone vicepresidente fino al 1971, dove contribuisce a far nascere la facoltà di medicina dell’Università. Nel ’71 è anche nominato membro del Consiglio generale della Cassa di risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, incarico ricoperto fino al ’77 e rinnovato nel 1981 e nel 1985.

Da segretario provinciale del Psdi viene eletto nel ’75 consigliere regionale, ma nel ’78 lascia il partito per fondare, con altri esponenti, la formazione della «Sinistra indipendente», che confluì nel Partito socialista (Psi) in cui resta fino al ’90. Nel 1984 entra nel Consiglio generale dell’Ente Fiere, in rappresentanza dell’Istituto federale della Casse di risparmio, rinnovato nel 1987.

«Uomo di straordinaria memoria sulla politica, preparato dal punto di vista culturale, Guido era persona di grande correttezza e buon senso, dimostrati in politica, negli Istituti ospitalieri e alla Fondazione Cassa di risparmio», ricorda Gaudio Pedalino, giornalista, amico di Dorizzi. «Il suo approdo nella casa madre del socialismo italiano, il Psi», aggiunge, «avvenne senza arroganza e senza particolari esigenze e richieste. Lui, e i suoi più stretti amici Cima, Lunardi, Mascanzoni, Spiazzi, non cercarono e non pensarono mai di fare un gruppo o una corrente ma si unirono senza problemi non creando né contraccolpi né tensioni».E.G.

Suggerimenti