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Convalidati i 21 arresti

Gli ultrà romanisti
avevano in auto
spranghe e mazze

Convalidati i 21 arresti
L'arrivo in tribunale per le direttissime (Diennefoto)
L'arrivo in tribunale per le direttissime (Diennefoto)
Gli ultrà della Roma in tribunale (Diennefoto)

I 21 ultrà romani arrestati domenica mattina sono andati a processo per direttissima davanti al giudice con l’accusa di rissa aggravata e possesso di oggetti atti ad offendere. L’arresto avvenuto prima della partita Hellas -Verona, nel tardo pomeriggio di ieri è stato convalidato per tutti per quanto riguarda il porto di aste nascoste dal tricolore, tubi, spranghe, tirapugni, bottiglie e bicchieri rotti, mentre solo a quattro di loro riconosciuti come gli autisti del «commando» - aspettavano con le auto accese i compagni per poi scappare - il giudice non ha addebitato la rissa.

 

Accogliendo le richieste del pm, il giudice ha dato a tutti il divieto di dimora a Verona e il Daspo (divieto di partecipare alle manifestazioni sportive) fino a chiusura del processo: la prima udienza è stata fissata per l’8 giugno, significa che per i romanisti finiti nei guai al Bentegodi il campionato è finito.

 

Anche la posizione di una cinquantina di tifosi gialloblù, ricostruita da Polizia e Digos attraverso i filmati che documentano lo scontro «lampo» durato tre minuti, è al vaglio degli inquirenti: non è escluso che nelle prossime ore vengano fermati.

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