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La verona noir

Gli orrori e i misteri
del caso «Ludwig»
a Telarena

Abel e Furlan durante un processo nel 1987
Abel e Furlan durante un processo nel 1987
Verona Noir, caso Ludwig

Il caso Ludwig, gli omicidi attribuiti a Wolfang Abel e Marco Furlan. La crudeltà con cui vennero uccisi frati, barboni, tossicodipendenti, omossessuali, la strage del Melamara, discoteca del mantovano piuttosto che quella del cinema Eros di Milano. E la fine per Ludwig fu proprio l’incendio del Melamara, dove i due vennero arrestati in flagranza. Festa di carnevale, i due amici vestiti da Pierrot. Il fuoco che ricorre, il fuoco purificatore che cancella peccatori e soprattutto prove.

Immagini del tempo, i volantini di rivendicazione, gli articoli di giornale e all’inizio quel collegamento che nessuno fece tra i vari episodi fino a quella prima rivendicazione di Ludwig.

Se ne parla domenica sera, dalle 21, su Telearena, a La Verona noir, la trasmissione ai grandi fatti di cronaca nera che hanno segnato la nostra città.

In studio, assieme al conduttore Alessandro D’Errico, e alla giornalista esperta di cronaca nera Alessandra Vaccari, anche l’allora giudice istruttore Mario Sannite e il primo avvocato di Abel, Giovanni Rinaldi. E con loro anche l’avvocato Guariente Guarienti, avvocato di parte civile di due delle vittime prima attribuite a Ludwig e per i cui due omicidi invece venne assolto.

A distanza di così tanti anni il processo e la sua istruttoria hanno fatto ancora discutere le due parti avverse. Rinaldi a distanza di anni ha ribadito incongruenze nelle indagini, soprattutto per una delle prove regine, i fogli ritrovati nella casa di Monaco di Abel (sempre professato innocente), che oggi è un uomo libero. Ma come ha evidenziato l’allora giudice Sannite, dopo l’arresto dei due veronesi non c’è stata più una rivendicazione a nome Ludwig.

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