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Gli esperti: «Vietato tenere un braciere acceso al chiuso»

Vigili del Fuoco  e carabinieri intervenuti sul luogo della tragediaPaolo Foresti, funzionario di guardia dei Vigili del Fuoco
Vigili del Fuoco e carabinieri intervenuti sul luogo della tragediaPaolo Foresti, funzionario di guardia dei Vigili del Fuoco
Vigili del Fuoco  e carabinieri intervenuti sul luogo della tragediaPaolo Foresti, funzionario di guardia dei Vigili del Fuoco
Vigili del Fuoco e carabinieri intervenuti sul luogo della tragediaPaolo Foresti, funzionario di guardia dei Vigili del Fuoco

Elisa Pasetto «Il consiglio principe? Vietato tenere bracieri accesi in una stanza chiusa». Non usa mezzi termini Paolo Foresti, funzionario di guardia dei vigili del fuoco di Verona, quando parla dei comportamenti più a rischio, che potrebbero avere conseguenze letali. Lui e i suoi colleghi non si stancano di ripeterlo, eppure non basta mai: «Sono state decine gli interventi effettuati, solo negli ultimi giorni, per salvare persone che presentavano i sintomi, anche iniziali, di un’intossicazione da monossido di carbonio», conferma. «Tre solo il giorno di Natale. E in quel caso è andata bene, le persone sono ricorse a cure mediche senza gravi conseguenze. Ma purtroppo non è sempre così». BRACIERI IMPROVVISATI. I vigili del fuoco, infatti, ne vedono di tutti i colori, soprattutto in contesti disagiati: «La gente che vive in condizioni di povertà escogita qualsiasi cosa per scaldarsi in emergenza. Porta al chiuso persino dei barbecue, brucia pallett e cassette di legno e raccoglie le braci come può: in una vecchia pentola, abbiamo trovato persino fondi di bidoni utilizzati come bracieri. Un comportamento che anche alcuni giovani possono mettere in atto, magari con leggerezza o senza conoscere le conseguenze». Perché questo modo di fare apparentemente innocuo, in realtà, è pericolosissimo, potenzialmente «suicida». «Quello che bisognerebbe sapere è che mentre una fiamma, quando brucia tutto l’ossigeno a disposizione, si spegne, le braci continuano invece a “covare“ e in carenza di ossigeno producono il monossido. Lo sapevano bene i nostri nonni, che infatti dopo l’uso erano attenti a spegnerle del tutto gettandovi sopra dell’acqua. Un’attenzione che oggi abbiamo perso, aggravata dal fatto che oggi abbiamo abitazioni con locali a chiusura quasi ermetica, mentre allora si conviveva con gli spifferi, che in caso di gas velenosi potrebbero aiutare a ripulire l’aria». Di più: c’è anche chi si ostina a chiudere le bocchette di ventilazione obbligatorie per legge per evitare che entri il freddo. Niente di più sbagliato. STUFE E CAMINETTI. Capitolo a parte sono le stufe e i caminetti: «Le prime devono essere opportunamente installate da tecnici abilitati e controllate nel tempo», aggiunge Foresti, «i secondi, se costruiti a regola d’arte, hanno un tiraggio naturale per l’evacuazione dei fumi, che deve essere certificata. In questo caso il loro utilizzo è sicuro e non comporta alcun tipo di problema». •

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