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INAUGURATO L'ANNO GIUDIZIARIO

Giustizia:
«La prescrizione?
E' un fallimento»

L'inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti al Teatro Nuovo (Dienne)
L'inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti al Teatro Nuovo (Dienne)
L'inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti al Teatro Nuovo (Dienne)
L'inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti al Teatro Nuovo (Dienne)

«Chi governa la giustizia?». È il titolo del convegno che ha inaugurato l’anno giudiziario dei penalisti italiani. L’Unione delle Camere Penali Italiane ha scelto Verona per la cerimonia di inaugurazione, con un’intera giornata di dibattito sui temi della giustizia che ha visto confrontarsi magistrati, giudici, parlamentari e naturalmente avvocati, per discutere non solo dello stato dell’arte in Italia, ma anche della violazione dei diritti fondamentali in Turchia. «Il messaggio che noi penalisti vogliamo ribadire - ha detto il presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane, Beniamino Migliucci - è l’importanza del nostro ruolo nella giustizia. E questo evento ne è l’occasione». «L’obiettivo - ha aggiunto - che perseguiamo da anni è quello della separazione delle carriere: magistrati inquirenti e magistrati giudicanti devono avere carriere separate». «La giustizia italiana - ha sottolineato il presidente della Camera Penale Veronese, Federico Lugoboni - non è in buono stato ed il compito di migliorarla spetta non solo all’avvocatura, ma anche alla magistratura e soprattutto alla politica». Quanto alle polemiche quotidiane sulle sentenze, l’avvocato Lugoboni ha concluso: «Preferiamo che dei processi si parli nelle aule di giustizia e non sui giornali». Durante il convegno è stato anche proiettato il videoracconto dal laboratorio teatrale nella carcere di Montorio, presenti il regista Renato Perina e alcuni detenuti in permesso premio. In chiusura «gli stati generali sull’esecuzione penale».
«Ogni prescrizione rappresenta un fallimento dello Stato. Ma mai mancherò di ripetere che il problema non si può risolvere esclusivamente allungandone i termini». Lo ha scritto il ministro per gli Affari regionali e le autonomia, Enrico Costa, nella lettera inviata al presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane, Beniamino Migliucci per l’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani a Verona. «La prescrizione - ha spiegato Costa - è come un faro, un punto di riferimento, un campanello d’allarme per il giudice. Allontanare nel tempo questa scadenza può avere l’effetto quasi automatico di allungare i tempi dei processi». «Per evitare ciò - ha aggiunto - è necessario che ogni modifica normativa sia inserita in un quadro organico, così da rispondere a esigenze diverse: la ragionevole durata dei processi, la presunzione d’innocenza, il diritto di difendersi provando». Il ministro ha poi continuato sottolineando che «questione vada affrontata anche e inevitabilmente sul piano organizzativo. Ancora una volta sono i numeri a dimostrarlo e ad imporci una riflessione. Basta infatti osservare i dati sulla prescrizione per Circondario per renderci conto di una giustizia »a macchia di leopardo«, con tribunali che, in presenza di condizioni sostanzialmente equivalenti, in termini di bacino d’utenza e piante organiche, operano e procedono a velocità diverse».
 

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