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Giovani sempre più in «fuga»,
2mila in più all’estero in un anno

Sempre più giovani vanno all’estero in cerca di opportunità
Sempre più giovani vanno all’estero in cerca di opportunità
Sempre più giovani vanno all’estero in cerca di opportunità
Sempre più giovani vanno all’estero in cerca di opportunità

Italiani sempre più in fuga, sono 124 mila quelli partiti nell’ultimo anno. In un decennio sono aumentati del 60 per cento. Rilevante, tra quanti decidono di lasciare l’Italia, la presenza dei giovani, via in 50mila.

In provincia di Verona, secondo l’ultimo rilevamento fatto agli inizi di quest’anno, ad andarsene all’estero sono stati in 39.484 (i dati dell’anno precedente parlavano di 37.013 residenti all’estero), il 48,5 per cento dei quali donne, mentre in tutto il Veneto sono stati 389.736 (la provincia di Treviso conta, con 113.851, il maggior numero di residenti all’estero).

Nel Comune di Verona i concittadini che hanno varcato le frontiere sono 11.127, l’anno precedente gli iscritti al registro dei residenti all’estero erano 10.503, quindi anche in questo caso l’incremento è stato rilevante. Verona città, come tasso di migrazione, è la terza in Veneto dopo Venezia e Padova.

Quanto alle fasce d’età, le due più consistenti sono quella tra i 18 e i 34 anni (22,3 per cento), e quella tra i 35 e i 49 anni (24,4 per cento).

Gli italiani, soprattutto i giovani, come i loro bisnonni tornano quindi a emigrare all’estero alla ricerca di una sorte diversa da quella che gli toccherebbe restando nel Belpaese. Migrazione non come opportunità di crescita e arricchimento, dunque, ma come necessità. Ovviamente non è così per tutti i 124mila italiani che nel corso del 2016 hanno fatto la valigia e oltrepassato il confine. Probabilmente tra i quasi 50mila giovani che se ne sono andati l’anno scorso qualcuno l’avrà fatto per cercare nuovi orizzonti e nuove opportunità. Ma la tendenza è chiara, come pure l’aumento sostanzioso del contingente di italiani che «fuggono» all’estero.

Il Rapporto Italiani nel Mondo 2017 di Migrantes, presentato ieri, ci dice che nel 2016 è partito il 15,4 per cento in più rispetto all’anno precedente. E che tra i giovani, cioè chi ha tra 18 e 34 anni, la percentuale è salita di più: il 23,3 per cento. Questa fascia di età riguarda il 39 per cento di coloro che sono andati via l’anno scorso, più di uno su tre. Mentre il 9,7 per cento hanno tra 50 e 64 anni e sono i «disoccupati senza speranza» rimasti senza lavoro. Le partenze non sono individuali ma di «famiglia», intendendo sia il nucleo familiare più ristretto, quello che comprende i minori (oltre il 20 per cento) sia la famiglia «allargata», quella cioè in cui i genitori - ormai oltre la soglia dei 65 anni - diventano «accompagnatori e sostenitori» del progetto migratorio dei figli (il 5,2 per cento del totale). Le donne sono meno numerose in tutte le classi di età ad esclusione di quella degli over 85 (358 rispetto a 222 uomini): si tratta soprattutto di vedove che rispondono alla speranza di vita più lunga delle donne in generale rispetto agli uomini. Il continente prioritariamente scelto da chi ha spostato la sua residenza fuori dell’Italia nel corso del 2016 è stato quello europeo, seguito dall’America Settentrionale. Rispetto allo scorso anno, quando la Germania era stata la meta preferita, quest’anno il Regno Unito registra un primato assoluto tra tutte le destinazioni, seguito da Germania, Svizzera, Francia, Brasile e Usa. La Lombardia, con quasi 23 mila partenze, si conferma la prima regione per uscite, seguita da Veneto (11.611), Sicilia (11.501), Lazio (11.114) e Piemonte (9.022).

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