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Giorgetti al veleno: «Forza Italia
avrebbe preferito Tosato o Ferro»

Massimo Giorgetti con Francesca Zivelonghi
Massimo Giorgetti con Francesca Zivelonghi
Massimo Giorgetti con Francesca Zivelonghi
Massimo Giorgetti con Francesca Zivelonghi

«Sì sono reduce da un infortunio, ma non mi sono rotto la testa. Ad ogni modo non ci sarei andato lo stesso, tra l’altro nessuno mi ha invitato». Massimo Giorgetti - il duumviro di Forza Italia insieme a Davide Bendinelli, con il quale è ormai separato in casa, e vicepresidente del Consiglio regionale - sabato non era alla presentazione ufficiale della lista azzurra che fa parte della coalizione di centrodestra che candida a sindaco Federico Sboarina.

Bendinelli se l’è presa con chi racconta «barzellette», ribadendo che la vera Forza Italia è lì. «In realtà sono cose serie e dispiace che Bendinelli invece di parlare di programmi ripeta il mantra che Forza Italia è solo lì, ma in realtà non è così». Dopo due mesi di silenzio, Giorgetti ha quindi deciso di rompere gli argini: «Non c’è un problema di simbolo ma di elettorato di centrodestra non leghista che non è rappresentato da Forza Italia perché sono divisi in più liste. Se il tema è il simbolo, ci spieghi perché un senatore di FI è candidato nella civica, o è una barzelletta anche questa? E poi non essendo stato coinvolto, mi sento libero tanto quanto il senatore Bertacco, tra l’altro c’è stato perfino un tentativo di esautorarmi da parte di Matteo Gasparato, di Verona Domani. Io ho sempre detto che non condividevo la candidatura di Sboarina... Se ci dev’essere un candidato leghista preferisco l’originale, e cioè Paolo Tosato, a una fotocopia sbiadita».

Ma nel centrodestra si parla di scelta condivisa. «Ve lo dico io com’è andata veramente», si arrabbia Giorgetti, fornendo una sua ricostruzione della candidatura Sboarina. «All’inizio», racconta, «c’era stato un accordo formale, a livello locale, sul nome del senatore leghista Paolo Tosato e in un secondo tempo, a livello regionale, si era posto il problema che la Lega in Veneto non poteva avere tutto, quindi si era prospettato un civico vero, e cioè Massimo Ferro. Poi improvvisamente, in un albergo romano», rimarca, «Giancarlo Giorgetti della Lega e Nicolò Ghedini di Forza Italia dicevano sì alla proposta di Stefano Fontana, il vice di Matteo Salvini, sacrificando Tosato a favore di Sboarina. A quel punto», afferma il coordinatore provinciale, «chiesi che Forza Italia stabilisse una propria linea ma non si è fatto niente col risultato che l’elettorato moderato non è rappresentato e politicamente non ha posizioni di rilievo, non si parla nemmeno di un eventuale vicesindaco...».

Giorgetti, poi, rimanda al mittente le accuse di «personalismo» rivolte a lui e al fratello Alberto, deputato, apertamente schierato con la tosiana Patrizia Bisinella. «Lezioncine morali non le accetto dalla Lega che fino all’ultimo ha condiviso l’amministrazione Tosi, né dal capolista Daniele Polato che nel momento più difficile di Forza Italia non si è certo prodigato per dire che il partito non era solo Galan o Chisso, preferendo sostenere un candidato della lista Zaia e neppure da Stefano Casali, tuttora capogruppo della lista Tosi in Regione...».

Berlusconi, tuttavia, verrà a Verona per Sboarina. «Il presidente conosce la posizione mia e di Alberto perché l’abbiamo incontrato personalmente e ha capito le nostre motivazioni, non mi risulta che Alberto che rappresenta Forza Italia in Commissione bilancio, né il sottoscritto siamo stati sconfessati, questo è un tema politico che si apre e si chiude tra le mura di Verona. Quando verrà», conclude, «a sentirsi a disagio non sarò io, ma chi, a partire da Battiti, aveva preso le distanze». E quindi, l’11 giugno per chi voterà? «Per candidati di Forza Italia, anche in liste diverse da quelle di Forza Italia». Sboarina è sicuro di vincere... «Di solito porta sfortuna dirlo».

Enrico Santi

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