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Il personaggio

Gilberto, un veronese fra i venti concorrenti di Masterchef

Il personaggio
Gilberto Neirotti
Gilberto Neirotti
Gilberto Neirotti
Gilberto Neirotti

«Coltelli affilati, ora si va per la vittoria!!» Gilberto Neirotti prima caccia un urlo, poi abbraccia mamma Mariella e fidanzata Valentina, quindi si ricompone e si abbandona a propositi di gloria. Come del resto gli altri 19 cuochi amatoriali che hanno superato le selezioni e ora sono nella ormai mitica cucina di Masterchef.

Venti concorrenti che nelle prossime settimane in onda su Sky punteranno al titolo di ottavo Masterchef italiano, passando per Mistery Box, prove in esterna, Pressure Test. Ma soprattutto affrontando il temutissimo giudizio dei quattro giudici: Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Joe Bastianich e la new entry Giorgio Locatelli, chef italiano stellato a Londra. Gilberto nell’ultima selezione ha partecipato a una sfida a quattro il cui tema era il risotto al nero di seppia: due dentro e due fuori. E lui ce l’ha fatta, assieme alla flemmatica Caterina.

Ha rischiato di complicarsi la vita inserendo nel piatto un tocco personale - asparagi - che ha lasciato perplesso Locatelli, ma Bastianich l’ha subito rinfrancato: «La tecnica tu ce l’hai». E infatti. Gilberto Neirotti, veronese, ha 23 anni, è iscritto ala facoltà di Giurisprudenza ma «lo studio è in stand-by», dice lui stesso nel profilo affidato al sito di Masterchef, «perchè dopo tre anni di università mi sono reso conto che Giurisprudenza non è quello che voglio fare: la cucina è il mio futuro! La mia passione è nata durante i miei soggiorni nell’agriturismo dei miei zii: circondato da verde e animali ho ricevuto molte suggestioni. Non è stata mia madre a trasmettermi la passione per la cucina, io e lei mangiamo un’insalata e stiamo bene!». 

Sportivo, un passato da agonista, per ora aiuta la mamma che lavora in un’azienda di arredamento. E con la mamma vorrebbe condividere un progetto: aprire un ristorante che unisca il gusto per l’arredamento e quello della cucina. Perchè, dice Gilberto, «la mia cucina è molto estetica: pensare all’impiattamento e ai colori è fondamentale. Mi piace fare piatti ricercati e sperimentare: non ho ingredienti che amo più o meno, cerco di essere più aperto possibile. Ho un mio piccolo orticello: mi piace avere le verdure fresche e le erbe aromatiche sempre pronte». Gilberto studia: poca Giurisprudenza, molta cucina. Va nei ristoranti stellati, «quando posso permettermelo, per lasciarmi ispirare: vado a mangiare lì per cogliere il vero senso dell’alta cucina».

Finora non ha frequentato quelli dei giudici. «Volevo andare da Cannavacciuolo, ma prenotare è impossibile...»

B.Pi.

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