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LA MARCIA PER LA PACE

Gerusalemme,
veronesi in corteo
con l'inno rap

La delegazione italiana alla marcia per la Pace a Gerusalemme
La delegazione italiana alla marcia per la Pace a Gerusalemme
Famiglie veronesi alla marcia per la pace

Un coloratissimo serpentone multirazziale. E' quello che, ogni anno in questo periodo, invade le strade di Gerusalemme in occasione della marcia per la pace, cui partecipano migliaia di persone provenienti da nazioni di tutto il mondo, Angola, Argentina, Brasile, Cina, Costa Rica, Francia, Giappone, Norvegia, Portogallo. C’è chi suona i propri strumenti tradizionali, come la delegazione angolana, chi invece preferisce lo “shofar”, tipico strumento israeliano costituito da un corno di montone usato per la celebrazione del Rosh haShana (il capodanno ebraico) e per annunciare l’anno del Giubileo, come riportato nella Bibbia. Proprio quest’anno si festeggia il Giubileo delle famiglie e così un gruppo di bambini di Verona e provincia ha preso parte alla marcia, accompagnato dai genitori.
I piccoli, con la bandiera d'Italia dipinta su volto, mani e barccia, si sono esibiti nell’inno nazionale italiano in versione rap e in un inno della pace israeliano, oltre a scatenarsi in una serie di “acrobazie”. Quindi, hanno regalato ai loro coetanei ebrei giocattoli, matite colorate, caramelle e altri doni e hanno portato calze e altri oggetti di utilità per gli adutli, consegnando il tricolore persino ai militari israeliti impegnati nel servizio d’ordine.

La marcia per la pace è organizzata dall’ICEJ, l’Ambasciata Cristiana Internazionale sita in Gerusalemme, che, tra le sue attività, si occupa di prestare sostegno ai superstiti dell’olocausto, fornendo loro qualsiasi tipo di assistenza. L’affluenza di migliaia di persone all’evento, a sostegno dei valori cristiani e della fede in Dio, ha dimostrato come la città di Gerusalemme sia un luogo sicuro, nonostante la delicata situazione dei suoi abitanti. La marcia cade ogni anno durante la festa del Sukkot, o festa dei Tabernacoli, evento che annuncia il ritorno di Yeshua, ossia Gesù Cristo, e ricorda il pellegrinaggio del popolo ebraico nel deserto verso la terra promessa. Durante questo viaggio gli ebrei dormivano in capanne, “Sukot”, e tutt’ora a Gerusalemme è facile vedere capanne costruite per l’occasione, all’interno delle quali vengono consumati i pasti.

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