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INDAGINI

Gay picchiato,
i filmati al setaccio
dei carabinieri

L’aggressione è stata alla tabaccheria di Corso Porta Nuova
L’aggressione è stata alla tabaccheria di Corso Porta Nuova
L’aggressione è stata alla tabaccheria di Corso Porta Nuova
L’aggressione è stata alla tabaccheria di Corso Porta Nuova

Le immagini registrate dalle telecamere dell’hotel Verona in Corso Porta Nuova sono all’esame dei carabinieri della stazione. Sono immagini nitide, che mostrano alcune persone mentre si picchiano. Si vedono i pugni che Piermario prende, il barman trentatreenne picchiato la notte dell’ultimo dell’anno da un paio di giovani di circa vent’anni, tra gli incitamenti e le offese di altri del branco. Ma si vede anche che Piermario le dà fuori, deciso a non soccombere. La «colpa» di Piermario, quella di essersi scambiato un bacio con il suo compagno mentre stavano acquistando le sigarette al distributore automatico. Quel gesto affettuoso è stato l’oggetto scatenante della violenza del gruppo di giovinastri, che hanno apostrofato la coppia con frasi tipo: «Froci di merda» e altre ancora. Uno dei giovani, descritto dalla vittima come molto alto, un metro e 90 circa, ha tirato un pugno sul volto dell’uomo che è ben piazzato, robusto, mentre un altro ragazzo da dietro gli ha dato un calcio sulle gambe. Piermario non è stato a prenderle e si è difeso. Alla fine, lui è stato trascinato via dal suo compagno, il gruppo è scemato nelle strade cittadine. La vittima ha sporto denuncia dai carabinieri, un paio di giorni dopo l’aggressione. Prima era stata a farsi refertare al pronto soccorso dove gli sono stati dati cinque giorni di prognosi. Il medico di base dell’uomo ne ha poi aggiunti altri di malattia per quella gamba che continua a far male. «È stata un’aggressione omofoba, non c’è dubbio», ribadisce Piermario. Ma mentre sul caso si sono scatenati media nazionali, quello che lascia davvero sorpresi è che non c’è stato nessuno (fatto salvo l’Arcigay) a prendere posizione o a intervenire sull’argomento. «I carabinieri mi hanno chiesto i filmati e io glieli ho dati», dice Enrico Perbellini, titolare dell’hotel Verona, «per estrapolare la parte li ho rivisti. Quella che si vede è una rissa, ma non si sente il sonoro». Aggiunge Perbellini: «Spesso chi come me ha posizionato telecamere fornisce filmati alle forze dell’ordine. Sono molto utili, bisognerebbe che a livello amministrativo si snellissero le procedure e anche abbassassero i costi. I commercianti, gli esercenti sarebbero più incentivati a posizionare telecamere, che poi come in questo caso si rivelano utili».

Sabato 23, dalle 13, intanto si terrà a Verona come in altre 39 città italiane la manifestazione già prevista in piazza Bra organizzata dall’Arcigay «Svegliati Italia». «Gli attivisti e le attiviste porteranno con sé orologi e sveglie per suonare concretamente la sveglia a un Paese che attende da troppo tempo il riconoscimento dei diritti delle unioni civili delle persone gay», dice Alex Cremonesi presidente della sezione veronese, «l’ulteriore slittamento in avanti della discussione in aula del decreto legge sulle unioni civili non intacca la nostra determinazione: il 28 gennaio con occhi e orecchie ben aperti presidieremo il dibattito dell'aula: nessun passo indietro dovrà essere fatto rispetto all'attuale proposta di legge perché tanti sono i passi che il nostro Paese deve ancora compiere per tagliare il traguardo dell'uguaglianza», conclude.

Alessandra Vaccari

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