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Processo a ottobre

Furto dei quadri
di Castelvecchio
Spunta il 3° uomo

I ladri ripresi dalle telecamere del museo di Castelvecchio
I ladri ripresi dalle telecamere del museo di Castelvecchio
I ladri ripresi dalle telecamere del museo di Castelvecchio
I ladri ripresi dalle telecamere del museo di Castelvecchio

Ruoli delineati: chi organizzò, chi staccò i quadri dalle sale del museo, chi trasportò le tele all’estero, chi fece da traduttore. Due i latitanti, Pavel Vasilachi e Anatolie Burlac padre, tre i detenuti in Moldavia, sei quelli in Italia ed ora è stata fissata la data del processo. Inchiesta complessa ma terminata a tempo di record: la rapina a Castelvecchio è del 19 novembre scorso e se non verranno richiesti riti alternativi, per i sei indagati detenuti in Italia (tre in carcere e tre ai domiciliari) il processo inizierà a fine ottobre davanti al collegio presieduto da Marzio Bruno Guidorizzi.

Il pm Gennaro Ottaviano ha chiesto il giudizio immediato e il gip Raffaele Ferraro lo ha disposto. I primi ad affrontare il giudizio saranno quindi Francesco Silvestri, Pasquale Silvestri Ricciardi e la compagna Svitlana Tkachuk, Victor Potinga (per l’accusa trasportò le tele da Verona a Brescia), Anatolie Burlac figlio e Denis Damaschin (solo quest’ultimo risponde anche di ricettazione perchè a casa sua, a Brescia, custodì le tele in attesa del loro trasferimento all’estero).

Iter normale invece per l’unico attualmente libero, Vasile Cheptene (difesa Dal Ben) per il quale il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia. Ma per tutti gli altri il sostituto Ottaviano ha delineato i ruoli e tutti, a vario titolo, rispondono di rapina aggravata in concorso aggravata dall’uso di armi, dal danno patrimoniale ingente, dall’esportazione delle opere all’estero (reato transnazionale) e che ora sono «trattenute» in Ucraina. Tutti sono accusati anche di sequestro di persona (perchè chi entrò al museo legò mani e piedi alla custode che quella sera era ancora nella biglietteria insieme a Francesco Silvestri, la guardia giurata ritenuta il basista e al tempo stesso, insieme al fratello Pasquale, l’organizzatore).

IL «TERZO UOMO». Se il ruolo dei principali indagati è stato delineato in aprile nell’ordinanza di convalida del fermo, nei mesi successivi il pm Ottaviano ha ricostruito l’operato di altri. Persone che non erano note all’inizio e che ora, invece, sono entrate a pieno titolo nell’inchiesta. È il caso di Igor Creciun e Sergiu Vasilachi: furono loro, materialmente, a staccare le tele dalle sale del museo. Loro due entrarono a Castelvecchio mentre Vasile Mihailov, ritenuto il trait d’union tra la base in Italia e i complici in Moldavia, rimase a fornire supporto all’esterno. Igor Creciun è ai domiciliari (come Mihailov e Roman Tiganciuc) mentre all’individuazione del «terzo uomo della rapina» si sarebbe giunti solo recentemente e grazie alle indicazioni fornite da altri. E ora è indagato anche lui, ma in Moldavia. Dove verranno processati gli appartenenti della banda là detenuti. Sta di fatto che l’operato di entrambi venne ripreso dalle telecamere posizionate nell’ingresso di Castelvecchio, loro minacciarono con l’arma la custode (ora persona offesa e tutelata da Filippo Vicentini), si fecero accompagnare da Silvestri al piano superiore e staccarono le 17 tele dalle pareti. Quelle che lui indicò.

Due settimane di tempo per i difensori (Luppi, Manuali, Tommasi, Bruno, Rossignoli, D’Agostino, Ferri e Poli) per decidere se affrontare il dibattimento.F.M.

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