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TELEARENA

Furti in abitazione
e feste tra detenuti
a «Diretta Verona»

Lo studio di Diretta Verona
Lo studio di Diretta Verona
Lo studio di Diretta Verona
Lo studio di Diretta Verona

I residenti della Valpolicella letteralmente esasperati, tanto da scendere in piazza per una fiaccolata di protesta. Tanti altri quartieri, dalle Basse di San Michele alla Valpantena, che chiedono più controlli e una serie di provvedimenti contro il dilagare dei furti nelle abitazioni.

Un’insicurezza percepita che fa a pugni con i dati, più rassicuranti, diffusi dalla prefettura che vedono i reati in calo. Mentre - è l’altro lato della medaglia - chi è già in carcere per scontare una pena sembra libero di organizzare impunemente una festa di compleanno e di postare le immagini del party dietro le sbarre su Facebook, in barba ai divieti sull’uso dei telefonini per i detenuti. Una scena, quella ritratta nella foto scattata a Montorio, che come abbiamo riportato nei giorni scorsi ha fatto gridare allo scandalo molti cittadini indignati. «Paura in casa, festa in carcere», era il titolo della puntata di «Diretta Verona», la trasmissione condotta da Mario Puliero in onda su Telearena, che ha approfondito i due temi.

In studio ne discutono Vincenzo D’Arienzo, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla foto della cena scattata in carcere, Guido Papalia, già procuratore di Verona, Alessandro Montagnoli (Lega), consigliere regionale e già sindaco di Oppeano. Sul tema della sicurezza è intervenuto in studio anche il presidente di Confcommercio Paolo Arena in vista dell’assemblea del 16 maggio dal titolo «Oltre la paura».

Commentatore della serata, il giornalista Alfredo Meocci, mentre in collegamento dal suo studio è intervenuto il direttore de L’Arena Maurizio Cattaneo.

Si comincia con la festa di compleanno del boss e del selfie postato su Facebook. La garante dei detenuti, Margherita Forestan: "In carcere i momenti di socailità è giusto che ci siano, ma quella foto postata sui social rappresenta una derisione delle nostre leggi". Guido Papalia condivide: "Quella foto è offensiva e provocatoria sia per chi è fuori che per i detenuti: è importante che l'esecuzione della pena sia portata avanti con serietà perché sia davvero utile". Per D'Arienzo, "questo gesto rappresenta una sorta di impunità in carcere: inaccettabile".

"Non è un problema solo di Verona" aggiunge Alfredo Meocci. "La foto del festino scattata in carcere non è un problema solo di Verona: anche a Sanremo il sindacato degli agenti ha denunciato il ritrovamento di tre cellulari". Spiega Forestan: "I cellulari in carcere? Ci sono, nonostante numerosi controlli sulle merci e sulle persone che entrano. Si studiano sempre modalità nuove per farli passare e che noi cerchiamo di stroncare". 

Si passa a parlare di sicurezza e microcriminalità. Per Roberto Grison, sindaco di Negrar, "il fenomeno dei furti è un'emergenza sociale: se i dati parlano di reati in calo, è perché la gente non denuncia, non ha più fiducia nella giustizia". Secondo Alessandro Montagnoli (Lega), "bisogna inasprire le pene, che devono essere certe". Ma per Guido Papalia "le leggi ci sono, le pene adeguate anche: per un furto in casa vanno dai 3 ai 10 anni e il colpevole non esce dopo pochi giorni".  La sensazione di cittadini e commercianti, però, è che non vengano applicate. Una chiave di lettura la fornisce D'Arienzo: "Servono nuove carceri, oppure la rieducazione delle pene più lievi dovrà avvenire fuori dalle carceri, dove ormai non c'è più posto. Intanto abbiamo votato alla Camera l'aumento della pena minima per il furto in casa da 1 a 3 anni, in modo che il ladro vada in prigione e non subentri la sospensione della pena".

Aggiunge Arena: "Cittadini e commerciante pagano le tasse. Non possono sentirci dire che non ci sono i soldi per i giubbotti antiproiettile e per garantire la sicurezza". Mentre D'Arienzo sostiene che "più che aumentare le forze di polizia sul territorio serve potenziare l'attività investigativa". 

Elisa Pasetto

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