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LA CRISI DELLA LIRICA

Fondazione Arena,
spiragli per l’accordo
con i sindacati

Musicisti della Fondazione Arena si esibiscono in via Roma, davanti alla sede occupata per protesta
Musicisti della Fondazione Arena si esibiscono in via Roma, davanti alla sede occupata per protesta
Musicisti della Fondazione Arena si esibiscono in via Roma, davanti alla sede occupata per protesta
Musicisti della Fondazione Arena si esibiscono in via Roma, davanti alla sede occupata per protesta

Manuela Trevisani

Fumata bianca a Palazzo Barbieri.

Dopo settimane di scontro, il consiglio di indirizzo della Fondazione Arena e i sindacati sembrano aver trovato un'ipotesi di accordo, che dovrà ora essere sottoposta alla valutazione delle rispettive parti. L'intesa prevede innanzitutto la sospensione della disdetta del contratto integrativo, all'origine dello stato di agitazione proclamato dai dipendenti e posta come conditio “sine qua non“ per la ripresa delle trattative.

Superato questo scoglio, dunque, si potrà partire con un tavolo di “crisi-rilancio”, che avrà come obiettivo il risanamento del Teatro e la ricerca di soluzioni da adottare per garantire il bilancio preventivo in pareggio. L'ultimo punto dell'accordo consiste nell'avvio di un confronto serrato da entrambe le parti sulle proposte per la salvaguardia del Teatro nella sua interezza, per il bilancio in pareggio e, infine, per il rilancio della Fondazione come asset determinante per lo sviluppo della città.

All'incontro, durato circa un'ora, hanno partecipato il sindaco Flavio Tosi, nel ruolo anche di presidente della Fondazione, il sovrintendente Francesco Girondini affiancato da alcuni membri del consiglio di indirizzo, i segretari provinciali Michele Corso della Cgil, Massimo Castellani della Cisl e Lucia Perina della Uil, oltre Dario Carbone, segretario della Federazione autonoma lavoratori dello spettacolo (Fials). Il sindaco si è concentrato sulla questione più strettamente economica. «La legge prevede che si debba approvare il bilancio preventivo in pareggio entro il 31 dicembre, pena il commissariamento», ha spiegato Tosi. «In presenza di un accordo tra le parti, è possibile prolungare i termini, in modo da riuscire a creare le condizioni per arrivare al pareggio». I tempi si potrebbero allungare, quindi, di qualche mese, probabilmente fino a fine febbraio.

Soddisfazione (tiepida) da parte dei sindacati, perché «il piano prevede che si mettano in campo azioni che non vanno solo nella direzione del taglio del costo del lavoro, ma anche della salvaguardia del Teatro», come hanno spiegato i segretari provinciali. «Siamo fiduciosi, perché iniziamo a vedere decisioni che possono portare ad allontanare soluzioni esterne come il commissariamento o la legge Bray, che rischiano di peggiorare ulteriormente le condizioni dei lavoratori».

L'intenzione del sindaco Tosi, come già anticipato, è quella di usufruire solo di una parte della legge Bray, che consente di accedere alla Cassa Depositi e prestiti per risanare il debito accumulato, ma senza procedere al pesante taglio dell’organico.

Ora la proposta di accordo dovrà essere approvata dal consiglio di indirizzo e dall'assemblea dei lavoratori, che fino ad allora continueranno a occupare la sede della Fondazione, in via Roma.

Manuela Trevisani

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