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Fino a 1.600 operai
nel lanificio dei francesi

Donne al lavoro nel lanificio all’inizio degli anni Novanta
Donne al lavoro nel lanificio all’inizio degli anni Novanta
Donne al lavoro nel lanificio all’inizio degli anni Novanta
Donne al lavoro nel lanificio all’inizio degli anni Novanta

Grosse ruspe e camion in azione all’ex Lanificio Tiberghien per la bonifica del terreno, per portare via le coperture in amianto dei capannoni e per abbattere, per motivi di ordine pubblico alcune strutture fatiscenti.

Quella decisa dall’amministrazione di Palazzo Barbieri è un'operazione obbligatoria, in attesa che venga approvato il nuovo progetto di riconversione del sito industriale, dopo che la Sovrintendenza ai beni architettonici e paesaggistici ha ristretto i vincoli monumentali lasciandoli solo sull'edificio «a stecca», perpendicolare a viale Venezia, comprendente la ciminiera, e sulla parte interna di un altro vecchio immobile, con travi in ghisa, che dovrà essere ristrutturato, nell'asse lungo via Tiberghien.

NELL’AREA, la Verona 2007 proprietaria degli immobili, il cui titolare è Nicola Patuzzo, su progetto dell'architetto Antonio Moretti intende realizzare un supermercato Esselunga, su cui si regge tutto il progetto, un albergo e delle residenze turistiche. Il progetto, che attende il via libera del Comune, è già stato presentato rispettando i paletti della Sovrintendenza e avrà una cubatura da 260mila a 290mila metri cubi. L'Esselunga invece avrà una superficie commerciale di 8.500 metri quadrati di cui metà per la vendita. Dovrebbe sorgere poi un albergo di 170 camere, su via Unità d'Italia e dei miniappartamenti turistici.

Il Tiberghien è ancora oggi, seppur da anni inattivo e degradato, testimone della storia della vita del quartiere di San Michele Extra e dei suoi abitanti. Una realtà industriale con più di un secolo di storia iniziata il 22 novembre del 1907 quando il direttore generale del Lanificio Tiberghien attivava le caldaie delle potentissime motrici e dava avvio alle lavorazioni nel nuovo «importantissimo» impianto di San Michele Extra «Lanificio Veronese Fratelli Tiberghien».

ERA INIZIATA così l’attività produttiva di quella che sarebbe diventata una delle più importanti industrie di Verona nel corso del ‘900. A fondarla i fratelli Emile, Louis e René Tiberghien, già proprietari di un grande stabilimento a Tourcoing, una cittadina del nord della Francia appartenente a uno dei maggiori distretti produttivi lanieri europei. Partito con 250 dipendenti, «lo stabilimento», come veniva chiamato dagli operai, nel 1912 occupava già 900 addetti e la sua crescita impiantistica e occupazionale fu costante negli anni. Riuscì a superare indenne i problemi di approvvigionamento della materia prima durante la Grande Guerra, gli effetti della crisi del 1929 e le vicende legate al secondo conflitto mondiale, sia quando i “Francesi” erano diventati nemici - per quello i proprietari dovettero abbandonare l’Italia con la fabbrica che venne posta sotto sequestro - sia quando proprio l’essere “French property” salvò lo stabilimento dai bombardamenti degli Alleati.

PER I PRIMI quarant’anni di vita il lanificio, controllato dalla casa madre, era stato gestito da personale di fiducia: inizialmente dall’ingegner Cau e poi da Georges Meurisse. Nel secondo dopoguerra la svolta, con i membri della famiglia Tiberghien a condurre direttamente lo stabilimento. Marc e Patrick, nipoti di Emile, arrivarono a Verona nel 1946 mentre nel 1957 li raggiunse anche il cugino Antoine. Durante la loro gestione lo stabilimento venne ristrutturato e riorganizzato e verso la fine degli anni Sessanta il lanificio funzionava a ciclo integrale, occupava mediamente 1.600 operai ed era il terzo lanificio nazionale proprio quanto a manodopera occupata.

NEI PRIMI anni ’70 sopraggiunse però la crisi che avrebbe portato la famiglia Tiberghien ad abbandonare l’impresa e a consegnare lo stabilimento chiavi in mano all’allora sindaco di Verona Renato Gozzi. Era l’aprile del 1975. Ed è da allora che si sono alternate diverse proprietà sino alla definitiva chiusura nel 2004, anno in cui iniziò il lungo iter per la riconversione dell’area, da industriale a residenziale e commerciale, e il conseguente degrado con il complesso industriale dismesso diventato dimora di sbandati e di persone senza fissa dimora. Al punto che il sindaco Flavio Tosi ha ordinato ai proprietari dell'area, la società Verona 2007, di provvedere in proprio alla vigilanza del sito.

Luciano Purgato

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