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«Finalmente cure uguali
per tutti i veronesi»

Il dottor Lorenzo Adami
Il dottor Lorenzo Adami
Il dottor Lorenzo Adami
Il dottor Lorenzo Adami

«Finalmente». È il commento a caldo del dottor Lorenzo Adami, segretario provinciale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, principale sigla sindacale dei medici di famiglia.

«Da anni attendevamo questa riforma», aggiunge il medico, «che risolve in maniera definitiva i problemi di confine, ma soprattutto di eterogeneità. Dall’anno prossimo, finalmente, i veronesi saranno curati tutti in base a protocolli uguali, non ci saranno più disparità di trattamento. Il nostro auspicio è che il lavoro anticipatore fatto dal nostro sindacato con la dirigenza della Ulss 20 venga considerato il punto di partenza, visto che da noi il patto di area vasta funziona da più di dieci anni, mentre in altre Ulss ancora non esiste».

Tutto da definire il rapporto fra il territorio e l’ospedale, ma anche per questo aspetto il dottor Adami manifesta ottimismo. «La delibera 751 ci dà sufficienti garanzie», chiarisce, «i servizi sanitari sul territorio verranno sicuramente potenziati».

Per il dottor Andrea Rossi, vice segretario regionale e dell’Aoui dell’Anaao (Associazione degli aiuti e assistenti ospedalieri) «è positiva la riduzione del numero delle Ulss, anche se Verona ne esce penalizzata».

«Si è andati contro le indicazioni del Piano sociosanitario regionale», incalza, «avremmo preferito un paio di Ulss per provincia, con l’eccezione di Belluno e Rovigo per limiti demografici. Le due Ulss a Venezia e a Treviso si spiegano solo con criteri politici».

Il medico sindacalista non entra invece nel merito dell’Azienda Zero. «Non abbiamo il testo definitivo, assai diverso da quello sul quale abbiamo discusso e alla cui predisposizione abbiamo contribuito. Forti di pareri legali abbiamo contestato l’accentramento dei poteri decisionali. La centralizzazione può portare benefici contabili, ma da un punto di vista operativo e decisionale è decisamente pericoloso. Mettere la sanità pubblica veneta nelle mani di pochi è pericoloso».PCOL.

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