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Febbre azzurra alle stelle
e caroselli in città per l’Italia

Esplode l’esultanza davanti allo schermo di un locale di piazza Erbe dopo il secondo gol di Pellè FOTO MARCHIORILo schermo per Italia-Spagna allestito nel vallo dei bastioni nella cornice del Garden’s Wall Festival
Esplode l’esultanza davanti allo schermo di un locale di piazza Erbe dopo il secondo gol di Pellè FOTO MARCHIORILo schermo per Italia-Spagna allestito nel vallo dei bastioni nella cornice del Garden’s Wall Festival
Esplode l’esultanza davanti allo schermo di un locale di piazza Erbe dopo il secondo gol di Pellè FOTO MARCHIORILo schermo per Italia-Spagna allestito nel vallo dei bastioni nella cornice del Garden’s Wall Festival
Esplode l’esultanza davanti allo schermo di un locale di piazza Erbe dopo il secondo gol di Pellè FOTO MARCHIORILo schermo per Italia-Spagna allestito nel vallo dei bastioni nella cornice del Garden’s Wall Festival

L’Italia fa sognare. E il centro storico si veste di azzurro e di tricolore. Il primo gol di Giorgio Chiellini al 32’ ha infiammato le decine di tifosi che ieri, ancora prima delle 18, si sono dati appuntamento per assistere agli ottavi di finale davanti agli schermi in molti locali del centro, da piazza Erbe a piazza Bra passando da Porta Leoni. Ma è stato il secondo gol, segnato da Graziano Pellè al secondo dei quattro minuti di recupero, a far esplodere le piazze in un urlo liberatorio. 120 secondi dopo il fischio dell’arbitro ha segnato la fine della partita. E l’inizio della festa: bandiere, brindisi, slogan e qualche carosello d’auto in città e provincia.

Al Canton di piazza Erbe un cameriere sciabola una bottiglia di bianco tra le urla e gli applausi dei tifosi. Il primo sorso è per Sheila, insegnante. Ed è consolatorio. La giovane vive in città da due anni ma è originaria di Oviedo, nella regione dell’Asturias nel nord della Spagna. Ha seguito la partita in piazza con alcuni amici veronesi. «È davvero difficile vincere stavolta: l’Italia ha segnato un solo gol per ora ma potevano già essere almeno tre», lamentava Sheila a metà partita.

Qualche porta più in là, è il barista del caffè Anselmi a soffrire in silenzio, letteralmente circondato da tifosi azzurri: non tutti italiani in realtà ma comunque tutti d’accordo nel sostenere la squadra di Conte. Delle decine di appassionati che riempivano i tavolini assiepandosi contro i monitor, l’unico che per 90 minuti ha continuato a sperare nel recupero della Spagna è stato proprio il barista Miguel, spagnolo: «È un disastro: non mi aspettavo una partita così negativa per noi», commenta a denti stretti e le mani tra i capelli. Poi rompe in un sorriso, dal retrogusto amaro, ironizzando «pazienza, va così».

Tolte poche eccezioni, la presenza di spagnoli in centro città ieri era impercettibile. «Ci sono pochissime comitive provenienti dalla Spagna in questo periodo», confermano alcune guide turistiche. Nessuna bandiera della penisola iberica per strada, sulle maglie o sui volti delle persone. Una situazione che certo non si presenterà sabato, quando l’Italia scenderà in campo contro la Germania che detiene il primato quanto a percentuale di turisti nella nostra città.

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