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Farah è stata «liberata» «Fatemi tornare subito»

La troupe di Sky davanti al Sanmicheli a Veronetta. La vicenda di Farah ha avuto vasta eco tra i media anche nazionali DIENNEFOTOFarah Tanveer, studentessa del Sanmicheli, abita a VeronettaVia San Nazaro dove la famiglia di Farah vive e lavora
La troupe di Sky davanti al Sanmicheli a Veronetta. La vicenda di Farah ha avuto vasta eco tra i media anche nazionali DIENNEFOTOFarah Tanveer, studentessa del Sanmicheli, abita a VeronettaVia San Nazaro dove la famiglia di Farah vive e lavora
La troupe di Sky davanti al Sanmicheli a Veronetta. La vicenda di Farah ha avuto vasta eco tra i media anche nazionali DIENNEFOTOFarah Tanveer, studentessa del Sanmicheli, abita a VeronettaVia San Nazaro dove la famiglia di Farah vive e lavora
La troupe di Sky davanti al Sanmicheli a Veronetta. La vicenda di Farah ha avuto vasta eco tra i media anche nazionali DIENNEFOTOFarah Tanveer, studentessa del Sanmicheli, abita a VeronettaVia San Nazaro dove la famiglia di Farah vive e lavora

Farah Tanveer è stata rintracciata e allontanata dalla famiglia di origine dalla polizia pakistana dopo la richiesta della Farnesina, che attraverso vie diplomatiche aveva fatto presente quanto la giovane aveva denunciato con alcuni sms. La ragazza di 19 anni è stata portata da alcuni diplomatici al sicuro in una struttura protetta a molti chilometri da Islamabad e verrà considerata la sua richiesta di rientrare in Italia non appena i documenti saranno a posto. «Grazie, grazie. Non posso crederci, mi avete trovata. Fatemi tornare subito in Italia», ha detto appena ha incontrato i diplomatici. Va verso un auspicato epilogo positivo la vicenda della giovane pakistana che aveva chiesto aiuto alle compagne di scuola denunciando di essere segregata in Pakistan dalla sua famiglia e di essere stata sottoposta a un aborto non voluto temendo per la sua vita, dopo essere stata convinta a rientrare in patria con l’inganno. Quanto accaduto passo dopo passo, la ragazza lo spiegherà nelle prossime ore sia alla polizia che ai diplomatici pakistani. Poi potrà tornare a Verona.La giovane è stata definita molto provata, ma quando la polizia ha bussato alla porta di casa dei familiari, nessuno ha opposto resistenza. Ora la posizione della famiglia è al vaglio delle autorità locali. La ragazza abita a Veronetta con la famiglia, ma attualmente in Italia c’è soltanto un fratello. IL FRATELLO. Hamza sulla soglia di casa, ieri mattina ci ha mostrato un video. Sua sorella Farah agghindata di gioielli tipici indiani, con i tradizionali costumi ride, chiacchiera con altre donne, altrettanto ben vestite. Una ragazza serena, a vederla in quelle pose. «Mia sorella sta bene e nessuno l’ha sequestrata», dice il giovane che abbiamo atteso sull’uscio. La famiglia Tanveer abita in via San Nazaro, a Veronetta. Davanti a uno dei tanti negozi che Hamza gestisce assieme al padre Farzana. Hanno costruito una solida attività commerciale tra internet point, money transfer e negozi di riparazione elettronica e telefonica. L’abitazione della famiglia è al piano rialzato di un condominio che affaccia su un cavedio. Nel cavedio è stato allestito una sorta di bivacco dove anche ieri, c’erano alcuni giovani intenti a lavarsi in vista della preghiera del venerdì. Entrati dalla porta che dà sulla via, percorriamo uno scalcinato corridoio che porta al cavedio. Lo superiamo, saliamo su una scala altrettanto scalcinata e arriviamo all’unica porta, che è accostata. Quando si apre, all’interno, in quello che potrebbe essere definito l’ingresso una serie di scarpe, anche da bambina. E poi la voce di Hamza che ci chiede di attendere. Riaccosta la porta a torso nudo e spiega che infilerà abiti e si presenterà. Lo si sente parlare prima al telefono e poi con i suoi uccellini. Li alleva, anche pappagallini e ci parla. E così poco dopo appare, maglietta, jeans e i due cotton fioc infilati nelle orecchie. IL VIDEO. «Non ho molto tempo», dice l’uomo che avrà circa 25 anni, «devo andare a pregare». E per questo si stava lavando. Per essere pronto alla preghiera del venerdì. È un buon musulmano, quello che si ostina a non essere sua sorella. Hamza tira fuori dalla tasca il telefonino e mostra un paio di video. «Sono al massimo di 20/25 giorni fa. Vedete mia sorella? vi sembra prigioniera, segregata? mia sorella sta bene. E finirà che io mi rivolgerò a un avvocato per quello che è stato detto fino a oggi». In effetti, se è davvero di pochi giorni fa, quel video, la ragazza sta bene e sembra serena. Va di fretta, Hamza, sotto casa lo attende un connazionale con lo scooter pronto, sfreccia via in motorino, deve andare a pregare. Farah, nella via dove stava fino alle vacanze di Natale, la conoscono. L’hanno vista crescere. I VICINI. «È una bella ragazzina che vestiva all’occidentale, a differenza della sorella più piccola che invece ha sempre il velo quando esce», dicono alcune vicine. Farah è arrivata dal Pakistan quando era ancora piccola, ha frequentato le elementari alle Massalongo, quindi le medie alle Duca d’Aosta, sempre nel quartiere e poi si è iscritta alle Sanmicheli. «Un giorno l’ho incrociata e le ho fatto i complimenti perché era proprio bella, radiosa e così, strizzandole l’occhio le ho chiesto se aveva trovato il fidanzato e lei mi ha detto di sì e che era felice». Anche il padre di Cristian, il suo ragazzo, aveva detto alla vicina di essere contento: «Conosco il papà del ragazzo, ha degli appartamenti in zona, così gli avevo chiesto come andava suo figlio e lui mi aveva raccontato di questa fidanzatina del figlio, sottolineando che la ragazza aveva un’influenza positiva su di lui». La famiglia Tanveer è conosciuta nel quartiere, proprio per le attività e perché da anni abitano quella casa. Tutti sono preoccupati per le sorti della ragazza, la cui storia ha varcato i confini nazionali. Ieri mattina all’ambasciata italiana di Islamabad, alla segreteria dell’ambasciatore non esitano a completare la nostra frase quando chiediamo di avere notizie di Farah. «Volete sapere di Tanveer? L’ambasciatore è in vacanza se ne occupa il vicario. Comunque sì, stiamo facendo quello che c’è da fare nel migliore dei modi». E anche Verona, con la questura era intervenuta. Non perchè la polizia sia direttamente coinvolta nella faccenda, ma perchè, diciamo così era quella che aveva più informazioni sulla vicenda da passare alla Farnesina. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Vaccari

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