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la denuncia di D'arienzo

Fango nei sotterranei
Arena instabile?
Incontro con esperti

I sotterranei dell'Arena
I sotterranei dell'Arena
SOTTERRANEI ARENA (DIENNE-MARCHIORI)

«C'è fango sotto l'Arena». A sostenerlo è il deputato Pd Vincenzo D'Arienzo e la sua non è una battuta politica riferendosi al caos della Fondazione Arena, bensì proprio del monumento romano.

«Nel corso di un intervento di scavo all’interno di tre arcovoli dell'anfiteatro Arena (2013/2014), i cui esiti, peraltro, hanno consentito per la prima volta una datazione scientifica del monumento, oltre a rilevare un diffuso stato di degrado e trascuratezza, la sporcizia profonda presente in ogni parte del monumento, le lacerazioni di ogni tipo, rattoppi vari, è stata rilevata una significativa umidità proveniente dall’enorme quantità di acque metereologiche che si raccolgono nel catino del vallo e defluiscono all’interno del monumento stagnando nell’interrato. Le acque penetrano anche tra i gradoni a causa dei mancati interventi di "fissaggio" di medesimi», spiega il deputato che, preoccupato per la stabilità del monumento ha organizzato un incontro con gli esperti.

 

Lunedì 6 marzo, alle 17, nella seda del Consiglio provinciale (piazza dei Signori) si confronteranno sull'argomento Fabrizio Magani, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, Anna Braioni del Fondo Ambiente Italiano, delegazione di Verona, e l'archegologa Paola Fresco.

 

«L'umidità e la rilevante quantità di acqua sta provocando infiltrazioni e, credo, stia rovinando la struttura dalle fondamenta», continua  D'Arienzo. «Le acque meteorologiche non riescono a defluire verso il fiume Adige, come in origine previsto dai Romani, in quanto le urbanizzazioni successive nel tempo hanno ostruito l'area. Il monumento è instabile? Dopo anni di incuria, potrebbe accadere qualcosa? L'ampia zona dalla quale le acque vengono drenate verso l'area sottostante la cavea, ci dice che la copertura dell'Anfiteatro è un intervento non solo sbagliato, ma anche se fosse utile, parziale e insufficiente. Un'altra ragione per cestinare l'idea», conclude.

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