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Ex Bam, altro allarme in Borgo Trento

In attesa della ripresa del Consiglio comunale - la prima seduta dopo la pausa estiva sarà il 14 settembre - tengono ancora banco, come una sorta di naturale prosecuzione della precedente amministrazione, i grandi nodi dell’urbanistica e dell’edilizia privata.

A risollevare temi e nodi è Michele Bertucco, ora consigliere di Verona e Sinistra in Comune. Che stavolta si concentra sull’intervento residenziale e commerciale all’ex area Bam, in Borgo Trento, in via Mameli. «Dal 2011 mette in allarme Borgo Trento e la Seconda circoscrizione», dice. «Il progetto è stato mandato avanti da Tosi in assoluto silenzio con delibera di giunta del 22 giugno scorso, l’ultimo giorno utile di 10 anni di mandato amministrativo. Una scelta quanto meno discutibile», puntualizza il consigliere, «dal momento che non si risolvono, ma al contrario si scansano i motivi di apprensione per questa lottizzazione i cui numeri e le dimensioni sono rilevantissime: più di un ettaro di terreno coinvolto, cioè 11mila metri quadrati; 46mila metri cubi di edificazioni con altezze dei palazzi fino a 10 piani; 2.000 mila metri quadrati di commerciale; 154 nuovi abitanti insediabili».

Il progetto, come spiega lo stesso Bertucco, «aveva ricevuto inizialmente parere negativo da parte del settore traffico del Comune, che raramente mette i bastoni tra le ruote a questo tipo di interventi, per la questione dei semafori troppo ravvicinati. Anche alla luce dei nodi viabilistici che riguardano il filobus su via Mameli, il progetto sarebbe dovuto essere oggetto di ulteriori approfondimenti e mediazioni», si rileva, «in considerazione della delicatezza della zona e della complessità dell’opera di mobilità pubblica».

Invece, come segnala Bertucco, «la delibera di giunta si limita a fornire ai richiedenti la possibilità di procedere senza progettazione definitiva, accontentandosi di quella preliminare, e di rinunciare alla realizzazione dell’unica opera compensativa prevista - cioè la riqualificazione dell’impianto di pattinaggio a Ca’ di Cozzi - in favore di una monetizzazione ammontante a 230.175 euro, già introitati».

Tutto questo, conclude, « in ragione – si legge in delibera – della “necessità manifestata dal soggetto attuatore di procedere celermente alla stipula della convenzione, al fine di rispettare la tempistica del piano industriale per la realizzazione dell’intervento”. Un’ulteriore conferma che dei “piani” riguardanti la città, alla giunta precedente importava assai poco, vedere ad esempio il filobus».E.G.

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