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Esclusa dal concorso canoro
ora scoppia il caso politico

Il ministro degli Interni Marco Minniti
Il ministro degli Interni Marco Minniti
Il ministro degli Interni Marco Minniti
Il ministro degli Interni Marco Minniti

Condanna, prese di distanza, richiesta esplicita di scuse. E una segnalazione al ministero dell’Interno, Marco Minniti. Scoppia un caso politico sulla ragazza quindicenne di origini ghanesi - la sua famiglia è da trent’anni qui, dove l’adolescente è nata - che ha chiesto informazioni per partecipare al concorso canoro Canta Verona Music Festival e dall’organizzatore si è vista rispondere su Facebook che esso è riservato «solo a italiani veri». Aggiungendo, il promotore, di non essere razzista e di avere soltanto espresso un’opinione politica.

Su social network e siti web monta però la polemica. Che anzitutto arriva al Parlamento e al Governo. È Vincenzo D’Arienzo, deputato dal Pd, a segnalare il caso a Minniti. «Ho letto che l’organizzatore si è giustificato dicendo che la sua era solo un’opinione politica. Certo, poteva esprimerla, ma nel momento in cui impedisce qualcosa, come appunto l’iscrizione al festival canoro, va oltre, crea muri divisori, umilia», prosegue, «fa differenza sulla base della pelle e della razza. Qualcuno gli regali l’articolo 3 della Costituzione dove espressamente si vieta qualsiasi differenza “di razza” e spero che sulla base di questo principio sacrosanto, di civiltà e di democrazia, sia valutata la sua posizione da parte delle autorità competenti, anche quella giudiziaria».

Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle, attacca. «Mai abbassare la guardia davanti a situazioni di disuguaglianza e alle ingiustizie», spiega. «Una regola che dovrebbe valere sempre, anche per eventi assolutamente minori e che forse non sarebbero mai stati organizzati, come nel caso di Canta Verona. Da quel che risulta, infatti, la manifestazione si è tenuta dal 1994 al 2000 e c’è stato un tentativo di riportarla in auge nel 2010, con una selezione a Pescantina», aggiunge, «ma la finale non si è mai svolta. Chissà se i promotori ci sarebbero riusciti quest’anno: in tal caso auspico delle scuse pubbliche, sarebbe il minimo sindacale».

Dalla deputata del Pd Alessia Rotta arriva inoltre un appello agli iscritti a solidarizzare con la ragazza esclusa, italiana di origini africane. «È un episodio gravissimo di razzismo che condanno duramente da cittadina, da parlamentare e da veronese», dice. «Alla ragazza e alla sua famiglia non posso che esprimere tutta la mia vicinanza e chiedo anche ai veronesi di far sentire la propria voce di condanna. A cominciare dagli iscritti al concorso canoro ai quali chiedo di ritirare, in segno di protesta, la loro partecipazione».

Dal sindaco Federico Sboarina una presa di distanza. «Dispiace che a un’adolescente della provincia veronese sia stato impedito di partecipare a un concorso canoro a cui lei teneva. A lei esprimo la mia solidarietà. Si tratta, peraltro, di una vicenda che nulla a che fare con Verona. Non sappiamo chi sia l’organizzatore, né di che festival si tratti, né dove si dovrebbe svolgere. Il concorso canoro non gode né del patrocinio comunale e tanto meno dei nostri contributi, ed é organizzato da una società che non ha nulla a che vedere con la nostra città. Non ha alcun senso identificare l’intera comunità di Verona con una posizione singola e isolata, che non ne rappresenta la sua vera essenza». Su Facebook ha postato un messaggio anche Luca Zaia, presidente della Regione, leghista: «A Verona una ragazza di colore si sarebbe vista escludere da un concorso canoro perché di origini africane. Mi pare un’assurdità, su cui comunque non è da perdere altro tempo: si usi il buonsenso, la si faccia cantare e si evitino altre polemiche magari con qualcuno che ci viene a dire che per risolvere questi problemi serve lo “ius soli”, proposta che peraltro mi vede contrario».E.G.

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