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«Era preoccupato, dormiva
con il fucile vicino al letto»

La trattoria Agnella nell’omonima località della Valpolicella è uno dei locali storici della zona
La trattoria Agnella nell’omonima località della Valpolicella è uno dei locali storici della zona
La trattoria Agnella nell’omonima località della Valpolicella è uno dei locali storici della zona
La trattoria Agnella nell’omonima località della Valpolicella è uno dei locali storici della zona

«Da un po’ dormiva con il fucile da caccia vicino al letto». Ugo Lonardi ha gli occhi lucidi. Arriva da Pescantina. «Venivo tutte le mattine a leggere il giornale... Quello che indigna è la giustizia che non funziona, nessuno viene più punito». Ugo racconta l’episodio, il tentativo di furto sventato (vedi altro articolo) di qualche settimana fa. «Da allora, per paura, dormiva con il fucile vicino al letto».

C’era anche lui martedì sera davanti alla tv a guardare la partita. «Siamo entrambi del ’44. Era una persona buona anche se in apparenza un po’ rude e di poche parole». Era così schivo che in paese qualcuno lo chiamava «il muto». Si scioglieva solo per la sua Juventus. «Era un tifoso sfegatato, ma obiettivo e quando giocavano male diceva «l’à fato cavar el cor». Una signora intanto sale in auto, fino al giorno prima aiutava Luciano in cucina. «Cosa posso dire? Una grande tristezza» mormora.

Una dozzina di tavolini sotto un pergolato, protetti dalla vista della vicina strada provinciale per Marano di Valpolicella da una siepe di oleandri, una vecchia insegna e a qualche metro di distanza un capitello con la statuina della Madonna. Ieri per la trattoria Agnella, che prende il nome da una località di Valgatara, sarebbe stato il giorno di chiusura. Ma in mattinata è tutto un susseguirsi di persone che conoscevano il titolare, Luciano Castellani. Gli amici trovano le porte sigillate con nastro giallo. Qualcuno ha lasciato un mazzo di fiori su una sedia accanto alla porta d’entrata.

I fratelli di Luciano, Guglielmo e Dino, abitano in una villetta bifamiliare a qualche decina di metri dal ristorante. Nelle vicinanze vive anche la sorella Maria Teresa. «Ci vedevamo spesso», racconta Guglielmo Castellani, che arriva in auto con la moglie Giancarla Marconi, «mi era sembrato preoccupato. Quel primo tentativo di rapina subito qualche settimana fa l’aveva choccato...». Guglielmo in mattinata aveva parlato con l’inquilino che aveva chiamato i carabinieri. «Dice di aver sentito un rumore molto forte, poi ha provato a chiamare mio fratello e non ottenendo risposta ha lanciato l’allarme, Luciano era una persona buona, non meritava di finire così». Con Guglielmo c’è Renzo, un amico di famiglia. «Ero stato io a mettere le sbarre ai scuri dopo quello che era successo, Luciano, teneva a portata di mano una vecchia pistola, ma era scarica, più per far paura a eventuali malintenzionati».

Salvatore Castelletti arriva da Corrubbio: «L’ultima volta l’ho visto lunedì, qui venivo sempre volentieri per la cucina casalinga che mi ricorda quella della mia famiglia, la sua specialità erano le lasagne al sugo di coniglio». C’è anche il sindaco di Marano Giovanni Viviani. «Una cosa inaccettabile». Sul piccolo spiazzo al bivio per le località di Paverno e Molino, parcheggia Alexandro Todeschini del gruppo WhatsApp «Furti in Valpolicella». «Sono due anni che monitoriamo la situazione collaborando con le forze dell’ordine e di episodi piccoli e grandi, anche furti in casa con i residenti all’interno ne abbiamo rilevati tanti...».E.S.

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