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LA CITTÀ SOLIDALE

Emergenza rifugiati,
Crescono le richieste

Padoan: «Ci sono una quarantina di domande, ma non ci sono posti dove dormire» Leso: «Le risorse sono poche, ma sono certa che riusciremo a dare loro una risposta»
Una partita del torneo di calcio per rifugiati che si è disputato al Don Calabria FOTO MARCHIORI
Una partita del torneo di calcio per rifugiati che si è disputato al Don Calabria FOTO MARCHIORI
Una partita del torneo di calcio per rifugiati che si è disputato al Don Calabria FOTO MARCHIORI
Una partita del torneo di calcio per rifugiati che si è disputato al Don Calabria FOTO MARCHIORI

Negli occhi hanno il ricordo dei loro Paesi martoriati dalla guerra, dai conflitti interni, dalla povertà. Da quei mondi apparentemente lontani i rifugiati sono scappati, senza sapere che un giorno sarebbero finiti proprio a Verona a cercare un futuro migliore. Da qui vogliono ripartire e lo stanno facendo grazie all'aiuto del Consiglio Italiano per Rifugiati, del Comune, dell'Istituto Don Calabria e di tutti quegli enti che hanno a cuore il loro destino e che ieri hanno festeggiato con loro la Giornata mondiale del rifugiato.
Un'emergenza che sembra non avere fine, perché le richieste sono molte e le risorse scarse. Il progetto del Comune «Verona Solidale», attivo dal 2004, riesce ad accogliere in quattro appartamenti 32 rifugiati, rispetto ai 23 di qualche anno fa: solo nel corso del 2013 ne sono stati seguiti 65. Inoltre, all'interno del dormitorio Il Samaritano, Palazzo Barbieri ha riservato 15 posti agli immigrati che hanno fatto richiesta di asilo, a cui lo Sportello Integrazione fornisce servizi di accoglienza notturna, mensa serale, orientamento legale e ai servizi del territorio, mediazione linguistica e corsi di italiano per agevolarne l'inserimento nella società: nel 2013 il progetto ha interessato 163 richiedenti asilo o rifugiati.
Questi numeri, però, non sono sufficienti. «Attualmente ci sono una quarantina di persone sul territorio che hanno chiesto di poter accedere allo Sprar, il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, ma al momento non hanno un posto dove dormire», ha spiegato Chiara Padoan, operatrice socio-legale del Consiglio Italiano per Rifugiati. «Il Comune sta già facendo uno sforzo considerevole per mettere a loro disposizione opportunità che in altre città non ci sono, come i servizi dello Sportello integrazione; purtroppo le richieste sono tante e i posti pochi». Lo conferma l'assessore ai Servizi sociali Anna Leso, che ieri ha assistito alle partite di pallavolo e calcio dei rifugiati nella sede della Comunità San Benedetto del Don Calabria. «Le risorse di cui disponiamo sono limitate, ma sono certa che riusciremo a dare una risposta a queste persone», ha commentato la Leso. «Il nostro obiettivo è garantire loro dignità non solo al momento dell'accoglienza, ma anche nella fase dell'accompagnamento successivo».
La maggior parte dei rifugiati vengono da Pakistan e Afghanistan, ma ci sono anche alcuni immigrati dal Mali e dalla Costa d'Avorio. Un'attenzione speciale, inoltre, viene rivolta ai minori: in febbraio è stato avviato il progetto «Verona Solidale Under», che mette a disposizione dieci posti per rifugiati minorenni non accompagnati nelle due comunità dell'Istituto Don Calabria, Casa San Benedetto e Casa Nazareth. «In passato i giovani che arrivavano aveva quasi tutti legami familiari e il problema principale erano gli scontri generazionali tra gli anziani e i ragazzi, che si sentivano a tutti gli effetti italiani», ha spiegato don Matteo Rinaldi, presidente dell'Istituto Don Calabria. «Oggi i minori lasciano il loro Paese da soli, in cerca di qualche opportunità in più, e così abbiamo dovuto riadattare il nostro intervento, fornendo loro non solo accoglienza, ma anche assistenza a livello educativo e per l'inserimento scolastico e lavorativo».

Manuela Trevisani

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