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MIGRANTI & ACCOGLIENZA

Emergenza profughi
verso quota tre
ogni mille abitanti

Profughi all’ingresso di Costagrande
Profughi all’ingresso di Costagrande
Profughi all’ingresso di Costagrande
Profughi all’ingresso di Costagrande

Un’emergenza che dura da quattro anni e che da altrettanto tempo si scontra con l’indisponibilità dei Comuni a trovare spazi d’accoglienza per i migranti richiedenti asilo, etichettati sotto la generica etichetta di profughi. E mentre infuria la polemica, l’ennesima, questa volta per decisione della prefettura di «requisire» le stanze di un hotel, il Cristallo di Castel d’Azzano, per alloggiare un gruppo di stranieri, la stessa prefettura si ritrova a fare i conti con l’ennesima emergenza, altri 50 migranti attesi a Verona nel giro di 24 ore, che andranno ad aggiungersi ai 2.600 già sul territorio veronese. Gli ultimi 500 sono arrivati tra settembre e ottobre. Attualmente 569 richiedenti asilo sono ospitati in diverse strutture del Comune capoluogo, altri 380 a Costagrande, nel Comune di Grezzana, tre gruppi di meno di un centinaio di persone in altrettante località del veronese, e il rimanente divisi a gruppetti in altre zone.

Chiarisce, la prefettura, che il provvedimento a carico dell’hotel Cristallo è stato «eccezionale, contingentato». Non destinato, insomma, a diventare la regola. Anzi, il ricorso alla trattativa non verrà mai meno. E, del resto, anche con la proprietà dell’hotel di Castel d’Azzano, alla fine, si è arrivati ad un accordo, quello di inviare i migranti dopo il 18 novembre, in modo da salvaguardare le prenotazioni fatte per il periodo di Fieracavalli.

Mentre si attende che vada in porto la proposta del cosiddetto «tre per mille», cioè tre profughi ogni mille abitanti come criterio di ripartizione territoriale, anticipata da una circolare del Ministro dell’Interno Angelino Alfano come anticipo delle linee guida del piano stilato tra Anci, l’Associazione dei Comuni italiani e Governo, l’emergenza prosegue a causa dei continui sbarchi sulle coste del sud Italia. Secondo questa proposta, i Comuni che attiveranno uno Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, non dovranno attivare un centro di assistenza straordinaria (come l’accoglienza negli alberghi) che per legge i prefetti devono invece attivare.

In altre parole, se i Comuni si attrezzano per accogliere piccoli contingenti di profughi non si troveranno nelle condizioni di dover subire delle «imposizioni». Tuttavia finora nessun Comune si è messo a disposizione, così come è fallita l’opportunità di accedere ai bandi di assegnazione dei fondi per le strutture d’accoglienza. La prefettura si è dovuta sostituire ai sindaci, con i bandi e gli affidamenti diretti, facendo anche attenzione a individuare cooperative sociali che abbiano i requisiti di legge e «criteri di onorabilità», come si precisa ai Palazzi Scaligeri. Dove sorge una domanda: «Questi 2.600 persone è meglio gestirle o lasciarle girare per la città e i paesi senza controllo?»E.CARD.

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