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E il «doge» Zaia rilancia l’asse lombardo-veneto

Il presidente del Veneto, Luca Zaia
Il presidente del Veneto, Luca Zaia
Il presidente del Veneto, Luca Zaia
Il presidente del Veneto, Luca Zaia

«Sono il 121° doge» esordisce scherzosamente il presidente della Regione Luca Zaia, rispondendo ai militanti che lo acclamano mentre sale sul palco. I toni sono quelli delle grandi occasioni. «Solo i pessimisti non hanno fortuna, un anno fa erano in tanti a piangere, oggi questo congresso è un tributo agli eroi che ci hanno creduto».

Il governatore, forte del 51 per cento conquistato alle regionali si rivolge ai veronesi: «I veronesi sono i vincitori morali delle elezioni, hanno premiato un progetto politico e fare qui il congresso è un segno». Entrando in sala ai giornalisti che gli chiedevano della vicenda Tosi si era limitato a rispondere: «È una questione finita il 31 maggio 2015 con lo spoglio elettorale e il grande risultato che abbiamo fatto».

Nel suo intervento al congresso della Liga Veneta, il governatore parla del «lombardo-veneto» come «colonna portante dell’opposizione a Matteo Renzi». E spiega: «Il nostro obiettivo da un lato è mandare a casa il premier e dall’altro rilanciare il progetto dell’autonomia. Siamo pronti al referendum, e su questo siamo stati più bravi dei catalani, poi, ottenuta questa continueremo la battaglia per l’indipendenza».

«Siamo quelli», rivendica Zaia, «che combattono per tenere il crocifisso nelle nostre scuole, quelli per i quali la famiglia è formata da una mamma, da una papà e dai bambini e a quelli che ci chiedono patenti di onestà dico che nessuno di noi si è sporcato le mani».

Dopo l’elezione per acclamazione, il nuovo segretario veneto si limita a dire: «Siamo uniti, uniti si vince. Basta guerre interne». Nel pomeriggio, fra i dieci membri del Consiglio nazionale della Liga Veneta sono eletti l’ex assessore Enrico Corsi e il presidente del Consiglio comunale Luca Zanotto. L’assemblea ha inoltre detto sì a una mozione pro indipendenza presentata su iniziativa del coordinatore nazionale dei Giovani Padani Vito Comencini. Fra l’altro, in essa si chiede «a tutti i sindaci leghisti di indossare la fascia con i colori e il simbolo del proprio Comune in rappresentanza della comunità cittadina al posto della fascia tricolore».E.S.

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