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Dura la teologa Simonelli «Vedo discorsi cattivi»

Si intitola «Libere di scegliere» il convegno che si svolgerà nella mattinata del 30 marzo al Cinema K2 in via Rosmini in concomitanza con il Wcf in Gran Guardia. Insieme a Livia Turco, Laura Boldrini, Monica Cirinnà, Susanna Camusso, Franca Porto, Ivana Veronese e Lucia Annibali interverrà anche Cristina Simonelli, presidente dell’associazione delle teologhe italiane. «Sembra che vogliano rimediare alle posizioni anti evangeliche sul fronte immigrati», afferma, «scimmiottando un linguaggio cattolico sul tema della famiglia, ma so che la Conferenza episcopale ha preso le distanze da questa iniziativa... Poi se ci saranno “schegge impazzite“ affari loro». «Non basta ripetere “famiglia, famiglia“», esclama la teologa, «per essere nel cuore del pensiero cattolico, sia sulle famiglie intese in senso tradizionale, sia per quanto riguarda le “famiglie ferite“, nell’orizzonte dell’Amoris laetitia di papa Francesco. In questo congresso vedo discorsi cattivi sull’orientamento omosessuale, e fuori tempo. Tornare su posizioni medievali sulla condizione delle donne, fa male anche agli stessi uomini. Che non hanno bisogno di affermare la propria mascolinità con la sottomissione della donna. Dire “sposati e sii sottomessa“ oltre che offendere la sensibilità di tutti, è un segno di paura... Verona è una città migliore e non merita di essere rappresentata così». L’ultimo suo libro si intitola “Dio, patria e famiglia“. «Di patrie e di famiglie», commenta, «ormai si deve parlare al plurale, ma non è la prima volta nella storia che si benedicono i cannoni cercando di strumentalizzare il discorso cristiano. Uomini e donne di buona volontà, però, sanno distinguere la propaganda dalla realtà». Perché questa adesione all’iniziativa del 30 marzo? «Vivo a Verona, non potevo non dire di sì. Il manifesto è largamente condivisibile e non partitico e l’iniziativa è all’insegna della trasversalità. Ognuno», conclude, «deve assumersi le proprie responsabilità: chi strumentalizza il discorso cristiano è il Congresso delle famiglie e non dire una parola sarebbe come essere d’accordo, e io, come tante altre persone, non lo sono».

E.S.

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