<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Riconsegnati alla città

Dopo 398 giorni
tornati i quadri
di Castelvecchio

Il «Ritratto di giovane con disegno infantile» di Caroto (foto Marchiori)
Il «Ritratto di giovane con disegno infantile» di Caroto (foto Marchiori)
La consegna dei quadri

Alle 18.15 sono arrivate le tele di Castelvecchio all'Aeroporto Catullo. L'unico quadro mostrato ai giornalisti è il «Ritratto di giovane con disegno infantile» di Caroto. Le opere sono mancate da Verona per 398 giorni: per oltre la metà del tempo sono rimaste in Ucraina dopo il loro ritrovamento, tanto da arrivare addirittura a una denuncia contro il premier Petro Poroshenko. 

 

Il primo a prendere la parola davanti ai giornalisti è stato il ministro  dei Beni culturali Dario Franceschini: «Sembrava un'impresa disperata recuperare le opere. Ma il lavoro del nucleo di tutela del patrimonio culturale dei carabinieri e la procura, insieme alle autorità ucraine, ha permesso il recupero delle tele». 

Il sindaco Flavio Tosi ha aggiunto: «È sembrata una vicenda lunghissima, ma è stata risolta in tempi relativamente rapidi». «Grazie alle forze dell'ordine», ha continuato, «e alla magistratura, in particolare al dottor Ottaviano e al dottor Schinaia. Sono già stata date delle condanne esemplari». Poi l'annuncio: «Domattina (giovedì, ndr) alle 10.30 si potranno vedere tutte le opere. Sono davvero felice».

Poi è stata la volta del procuratore Angela Barbaglio: «Un ringraziamento al pm Ottaviano, senza di lui non avremmo avuto giustizia completa, e all'autorità giudiziaria ucraina». E lo stesso Gennaro Ottaviano ha preso la parola: «Ho avuto il piacere in questa indagine di coordinare professionalità altissime, dai carabinieri alla Mobile di Verona. Un'operazione fatta in grande sinergia. Non c'è stata alcuna gelosia. È da encomiare il lavoro della polizia giudiziaria. Se ci pensiamo sono passati solo 13 mesi: sfido chiunque a dire che non abbia pensato, al momento del furto, che le opere erano perse. Grazie anche alla polizia moldava e a Eurojust».

Infine il nuovo annuncio di Franceschini: «Verranno introdotte nuove fattispecie di reato contro il patrimonio. Come il furto e il danneggiamento di bene culturale».

 

 

 

La ricostruzione della vicenda

Le opere, rubate il 19 novembre del 2015 dello scorso anno dopo un'incredibile rapina (che ha avuto come presunto basista la guardia giurata presente al museo), sono state ritrovate il 6 maggio scorso grazie ad un’operazione lunga e complessa che ha visto impegnati in piena sinergia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Verona, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, supportato dall’arma territoriale, la Polizia di Stato per cui hanno operato il Servizio Centrale Operativo e la Squadra Mobile di Verona, la magistratura e le forze speciali moldave e ucraine e la Direzione Centrale di Polizia Criminale italiana che ha consentito la cooperazione internazionale.

 

La cerimonia a Kiev

In mattinata al museo Khanenko di Kiev  la cerimonia di riconsegna delle opere trafugate, alla presenza del Presidente dell’Ucraina Petro Porošenko, del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, del sindaco di Verona, Flavio Tosi e dell’intera delegazione Italiana.

«Fu una terribile tragedia quella che avvenne quando i quadri dei migliori pittori del mondo, come Tintoretto, Mantegna, Pisanello, Rubens e Caroto, furono rubati dal museo di Verona. Fu come se la città avesse perduto parte del suo cuore. Oggi restituiamo questi inestimabili capolavori ai nostri amici italiani», ha dichiarato il presidente ucraino Petro Poroshenko durante la cerimonia di consegna.

Riccardo Verzè

Suggerimenti