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La commemorazione

Divisione Acqui,
l'omaggio di Verona
«Vi siamo debitori»

La commemorazione
L'omaggio alla Divisione Acqui (Marchiori)

Il sottosegretario di Stato alla Difesa Domenico Rossi è intervenuto oggi a Verona alla commemorazione del 74esimo anniversario dell’eccidio della Divisione Acqui «per ricordare quei valorosi soldati veronesi e rinnovare il debito verso tutti gli uomini dell’Acqui che furono uccisi a Cefalonia e Corfù».

Nel suo discorso il Sottosegretario Rossi ha sottolineato che «i veri destinatari del messaggio sono soprattutto i giovani che dall’esperienza dei reduci, di chi ha combattuto per la democrazia, possono trarre quotidianamente insegnamenti di pace e giustizia per rendere sempre migliore il futuro della società».

 

Alla cerimonia che si è svolta al monumento nazionale eretto nel capoluogo veneto nel 1966 erano presenti le autorità militari e religiose, i labari, le Associazioni combattentistiche e d’Arma, gli alunni delle scuole e una rappresentanza dell’amministrazione comunale.

Nel piazzale schierati in armi i rappresentanti di tutte le Forze Armate. In chiusura, riferendosi alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Rossi ha ribadito che «rappresentano un importante anello di congiunzione tra la società militare e quella civile, un elemento di coesione sociale, scuola attiva di solidarietà, in una società dove la crisi di valori è ancor più forte di quella economica», aggiungendo poi, come peraltro già dichiarato nell’ambito dell’incontro annuale con le rappresentanze miliari che si è tenuto a maggio scorso, che «è necessaria una riflessione sull’opportunità di unirsi tra loro per una confederazione ispirata a valori e sentimenti comuni, nell’ottica di una sola identità inclusiva».

La Divisione Acqui, una delle più gloriose divisioni dell’esercito italiano, con 525 ufficiali e 11.500 soldati, presidiava le isole di Cefalonia e Corfù agli ordini del generale Gandin, quando l’8 settembre 1943, all’annuncio dell’armistizio, decise di non arrendersi e cedere le armi ai Tedeschi, ma di affrontare la resistenza armata. Il 15 settembre cominciò la battaglia che si protrasse fino al 22.

La città di Argostoli fu distrutta, l’Acqui allora si arrese. Le cifre dell’eccidio furono impressionanti: migliaia furono i caduti, di questi 1.200 erano veronesi.

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