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Dio de l’Oro, lo scettro affidato a Hinegk per la quinta volta

La sfilata nelle vie del centro storico FOTO MARCHIORIIl Dio de l’Oro (accanto al sindaco Sboarina) e il Duca de la Pignata
La sfilata nelle vie del centro storico FOTO MARCHIORIIl Dio de l’Oro (accanto al sindaco Sboarina) e il Duca de la Pignata
La sfilata nelle vie del centro storico FOTO MARCHIORIIl Dio de l’Oro (accanto al sindaco Sboarina) e il Duca de la Pignata
La sfilata nelle vie del centro storico FOTO MARCHIORIIl Dio de l’Oro (accanto al sindaco Sboarina) e il Duca de la Pignata

Marco Cerpelloni Andrea Hinegk è il Dio dell’Oro: proclamato dal Duca de la Pignata porterà la corona per la quinta volta. Ieri in Corte San Giovanni in Foro e nelle sale del ristorante La Piazzetta e ancora prima per le vie del centro storico, con una sfilata preceduta da majorette e banda musicale, si è svolta secondo tradizione la proclamazione della maschera stefanata nata nel 1950, ma le cui origini risalgono alla storica figura del Duca, un curioso personaggio realmente vissuto alla fine dell’Ottocento nel popolare rione di Santo Stefano. Ad eleggere il dio che veste un costume dal taglio orientale e rigorosamente luccicante è stato il Comitato carnevale benefico «Ducato di Santo Stefano» confermando Andrea Hinegk a rivestirne i panni per il terzo anno consecutivo e per la quinta volta. «Giornata memorabile», commenta Gian Franco Ballini, duca in carica dal 1990. «L’investitura segue la tradizione: il ciambellano mi raggiunge e dopo la richiesta, accetto. Quindi, si passa alla proclamazione con la consegna dello scettro. È una pagina di storia che vive. Una tradizione che non deve essere “calpestata”». Tra i cittadini era presente il sindaco Sboarina. «Una tradizione che ripercorre la nostra cultura», afferma. «Il carnevale è parte dell’identità della nostra comunità e possiede una storia così lunga che non potrebbe essere diversamente». Si punta anche al turismo, perché «il carnevale e i suoi appuntamenti possono diventare ancora di più un’attrattiva». «Attraverso la rievocazione delle maschere storiche», aggiunge il presidente della prima circoscrizione, Giuliano Occhipinti, «si ha occasione non solo di divertirsi, ma pure di conoscere una tradizione. Ci sono tante maschere, ma alcune sono meno “famose” di altre. Un aiuto potrebbe essere la creazione di una rete». Presenti anche l’assessore al Patrimonio Edi Maria Neri, il consigliere comunale Matteo De Marzi e della circoscrizione Teo Berardinelli. Tutt’attorno con il sire del carnevale, Papà del Gnoco, anche numerose maschere storiche. Il presidente Andrea Ballini ha consegnato onorificenze al sindaco Sboarina, all’assessore Neri, a Occhipinti e a Luigi Rossi che da anni mette a disposizione gratuitamente la sua scuderia. Il ducato, come detto, ripone per la quinta volta la fiducia a Andrea Hinegk che dopo l’incoronazione assicura «un anno dorato», augurandolo «a tutti i veronesi». «Il carnevale non è solo nel giorno di venerdì gnocolar, ma anche impegno sociale portando un sorriso a chi è meno fortunato, nelle scuole e a quanti ne hanno bisogno». Sul tavolo accanto allo scettro c’è l’immancabile «pignata» ricolma d’oro. Sono monete di cioccolato. Ma, poco distante su palazzo Franchini una locuzione latina attribuita a Publilio Siro, un drammaturgo romano, ricorda che «Pecunia si uti scis ancilla est, si nescis domina». Tradotta, «il denaro se lo sai usare è tuo servo, se non lo sai ti è padrone». La risposta del Dio dell’Oro è diretta: «Da un grande potere, derivano grandi responsabilità». «Sono onorato di portare nuovamente i panni di questa maschera», dice Hinegk. Nelle sale interne, Simone Vesentini ha donato un assegno di mille euro per le attività di un anno del Comitato. Un contributo che porta il nome dell’«Osteria Caffè Monte Baldo» di Via Rosa. Un locale storico con «una storia molto lunga, come quella del Comitato carnevale benefico “Ducato di Santo Stefano”». •

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