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Crisi della Fondazione Arena, verso la resa dei conti in aula

Manifestazione dei dipendenti della Fondazione Arena sabato sera in piazza Bra
Manifestazione dei dipendenti della Fondazione Arena sabato sera in piazza Bra
Manifestazione dei dipendenti della Fondazione Arena sabato sera in piazza Bra
Manifestazione dei dipendenti della Fondazione Arena sabato sera in piazza Bra

Sullo scontro in atto fra Fondazione lirica Arena e sindacati sul contratto dei dipendenti e sui nodi legati al piano di rilancio sarà resa dei conti nel Consiglio comunale straordinario fissato per giovedì, alle 18. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo, raccogliendo la richiesta dei gruppi di minoranza, su iniziativa del Pd. La minoranza chiede la presenza del sindaco e presidente della Fondazione, Flavio Tosi, e del sovrintendente Francesco Girondini. Ci saranno poi i sindacati dei lavoratori e porranno domande i consiglieri.

MENTRE CONTINUA lo stato di agitazione dei lavoratori, con l’occupazione della sede della fondazione in via Roma, la politica chiede conto sulla Fondazione Arena al Comune. Cioè uno dei soci della Fondazione con Stato, Regione, Camera di Commercio. Ciò dopo che venerdì, nell’incontro fra Tosi, Girondini, Alberto Mion e Sergio Cinquetti del Consiglio di indirizzo e i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Fials, si è aperto uno spiraglio. Vale a dire: la Fondazione sospenderebbe la disdetta del contratto integrativo in corso (era la richiesta dei sindacati) e così potrebbe aprirsi il tavolo su contratto, crisi e rilancio. Tutti vorrebbero evitare il commissariamento ricorrendo alla legge Bray. Così si dimezzerebbe il personale: ora di 280 lavoratori fissi, che arrivano a 1.100 d’estate. Nella richiesta di Consiglio si chiederà conto del piano di rilancio, di Arena Extra, società costituita per gestire gli spettacoli extralirica, e dei risultati del museo della lirica Amo, a Palazzo Forti. «La situazione della Fondazione Arena è drammatica», dice il capogruppo del Pd Michele Bertucco, primo firmatario della richiesta di Consiglio. «I problemi si risolvono affrontandoli e qui l’attuale dirigenza ha responsabilità enormi».

INTANTO, non si placa il braccio di ferro nel Pd, sulla Fondazione Arena. Vincenzo D’Arienzo, deputato, ritenendo «l’apertura del tavolo una cosa positiva», attacca: «È stato troppo semplice puntare solo sugli stipendi. Un errore che il Cdi poteva evitare e ancora di più il rappresentante del Pd», dice, riferendosi ad Alberto Mion, «che ha fatto apparire il Pd oltranzista e, peggio ancora, contro i lavoratori. Se è confermato che Mion ha lasciato l’incontro di venerdì tra Fondazione e sindacati non condividendo la scelta di creare il tavolo comune, poiché non gliel’ha ordinato il dottore, potrebbe anche lasciare l’incarico».

MION CHIARISCE: «Ho lasciato la riunione al termine con l’altro consigliere Cinquetti perché avevamo concordato che come al solito avrebbero parlato con la stampa presidente e sovrintendente. Con la necessaria dialettica interna, al momento abbiamo sempre preso decisioni condivise». Comunque, conclude, «è triste vedere che si fa pura propaganda sulla pelle e sui problemi dei lavoratori. Ricordo inoltre che la mia è stata una nomina tecnica, effettuata direttamente dal ministro Franceschini, cui devo riferire per il mio operato e le mie decisioni. Ritengo di aver lavorato e di lavorare nell’interesse di Fondazione, città e lavoratori».

Enrico Giardini

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