<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Crescono le vaccinazioni Pfas: «Alimenti sicuri»

L’ingresso del Pronto Soccorso del Polo ConfortiniIl dg dell’Ulss 9 Girardi (al centro) mentre illustra il rapporto MARCHIORI
L’ingresso del Pronto Soccorso del Polo ConfortiniIl dg dell’Ulss 9 Girardi (al centro) mentre illustra il rapporto MARCHIORI
L’ingresso del Pronto Soccorso del Polo ConfortiniIl dg dell’Ulss 9 Girardi (al centro) mentre illustra il rapporto MARCHIORI
L’ingresso del Pronto Soccorso del Polo ConfortiniIl dg dell’Ulss 9 Girardi (al centro) mentre illustra il rapporto MARCHIORI

Elisa Pasetto Il decreto Lorenzin ha dato i suoi frutti: da quando è entrato in vigore, lo scorso 31 luglio, l’obbligo vaccinale per la fascia d’età 0-16 anni, la copertura, nel territorio dell’Ulss 9 Scaligera, è aumentata del 2 per cento. Mentre sul fronte delle Pfas, quanto a cibi contaminati i veronesi possono stare tranquilli: non esistono, infatti, criticità nei 1.200 campioni monitorati. Sono questi alcuni dei dati più significativi emersi dalla presentazione, alla presenza del direttore generale Pietro Girardi, del rapporto relativo al 2016 curato dal Dipartimento di Prevenzione sui temi di sanità pubblica. Un volo d’uccello sull’impegno profuso dall’azienda sul fronte della prevenzione e del monitoraggio degli inquinamenti da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), dei richiedenti asilo, della prevenzione vaccinale delle malattie infettive, della sicurezza alimentare e della sicurezza negli ambienti di lavoro. VACCINI IN SALITA. Vaccinazioni, dicevamo. Per le quali il carico di lavoro per gli operatori è andato aumentando: «Dal 2015 abbiamo registrato un più 60 per cento degli accessi nei punti vaccinali, al quale siamo riusciti a fare fronte nonostante le risorse impegnate fossero sempre le stesse», spiega Luciano Marchiori, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 9. Merito, in gran parte, del decreto Lorenzin, che ha impresso una notevole accelerata: «Solo dal settembre scorso ad oggi la copertura vaccinale rispetto alla coorte di riferimento, i nati nel 2015, è aumentata del 2 per cento», spiega Fabio Zanini, direttore del Servizio igiene e sanità pubblica distretti 1, 2, 4. «Sensibile anche l’aumento degli accessi dalla fine delle vacanze estive ad oggi, «quasi 1.500 in più rispetto al 2016, solo nei distretti 1 e 2 (Verona e San Bonifacio, ndr)», fa notare il direttore sanitario Denise Signorelli. MORBILLO A BADA. Ma gli ultimi mesi sono stati caratterizzati anche da un’epidemia di morbillo in tutto il Paese. Un’epidemia tra adulti, però, con un’età media dei malati di 24-27 anni. «Da gennaio ad ottobre sono stati 4.854 i casi, con 19 ricoveri e 4 decessi, in tutta Italia, 285 in Veneto. Nel territorio dell’Ulss 9 si sono registrati 83 casi», sottolinea Antonio Maggiolo, direttore del Servizio igiene e sanità pubblica del distretto 3. E nel 90 per cento dei casi sono persone mai vaccinate. Ecco perché l’Ulss è intervenuta con un intenso lavoro per la somministrazione, solo nel 2017, di 16mila dosi di vaccino antimorbillo. «Quattro decessi su quasi cinquemila casi, questa è la proporzione, contro nessun caso di reazione avversa grave per il vaccino», sottolinea Signorelli. Ora l’epidemia è sotto controllo. E la copertura vaccinale è arrivata a sfiorare l’89 per cento, con incremento di un punto percentuale sul 2016. «Che ancora non basta, per stare tranquilli va portata sopra il 95», concludono Zanini e Maggiolo. «Speriamo di arrivare a breve al 90 per cento per i nati nel 2015». PFAS, CIBI SICURI. Linda Chioffi, direttore del Servizio Igiene Alimenti Nutrizione dell’Ulss 9, ribadisce che la lotta all’inquinamento da Pfas si combatte anche sotto il profilo della sicurezza alimentare. «Nel corso 2016 e fino al settembre 2017 abbiamo campionato matrici di origine vegetale e animale alla ricerca di tracce di sostanze perfluoroalchiliche (le cosiddette Pfas, ndr): su 1.200 campioni non sono state rilevate criticità, in rapporto agli attuali Tdi (limiti cautelativi per l’esposizione cronica, ndr) stabiliti da Efsa (Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare). Tale stima verrà perfezionata quando i dati sui consumi alimentari locali, raccolti nel contesto del monitoraggio attualmente in corso sulle persone, saranno disponibili», continua riprendendole conclusioni a cui è giunto il Piano di Monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) in alcuni ambiti della Regione del Veneto, realizzato e valutato dall’Istituto Superiore di Sanità. Non tutte le matrici campionate, in realtà, sono completamente immuni dal problema. «Alcune tracce sono state rilevate nelle uova delle galline allevate a terra o nel fegato dei suini», chiarisce Fabrizio Cestaro, direttore del Servizio Sanità animale distretti 1, 2, 3. «Ma, fatta la proporzione con la quantità consumata, i dati non preoccupano. Del resto anche l’acqua degli allevamenti è monitorata e garantita». E gli acquedotti? «Il problema delle Pfas è noto dal 2013, anno in cui sono stati introdotti i filtri nei 21 Comuni (13 quelli veronesi, ndr) coinvolti. Quindi la Regione ha anche alzato i livelli di attenzione», prosegue Chioffi. «Siamo preoccupati per chi non è attaccato all’acquedotto: procedere ad azioni di mitigazione del rischio in modalità porta a porta risulta davvero difficile». Dal dicembre 2016 è anche attivo un sistema di sorveglianza attiva e screening sulla popolazione nell’area rossa, più esposta: 47.500 le persone coinvolte. PREVENZIONE. Notevole l’impegno dell’Ulss 9 anche in tema di promozione della salute, quando l’età media degli assistiti è di 44 anni e gli uomini, lo scorso anno, hanno registrato un aumento della speranza di vita di ben due (contro sei mesi per le donne). Le principali cause di morte dei veronesi? Tumori (per i maschi) e malattie cardiovascolari (per le femmine). «La prevenzione si gioca sugli stili di vita: non solo l’alimentazione, ma anche il fumo, con il 40 per cento della popolazione che non rinuncia alle sigarette», dice Leonardo Speri, responsabile del Servizio Promozione educazione alla salute. «Quanto all’alcol, chi ne fa un uso “culturale“ supera il 50 per cento, mentre il 20 ne abusa fuori pasto. Mentre un quarto dei veronesi è sedentario, soprattutto nella Bassa». SCREENING. Altro pilastro, in tema preventivo, gli screening offerti gratuitamente a determinate fasce d’età. L’obiettivo, qui, è lavorare sul nuovo arrivato, la ricerca del sangue occulto nelle feci, da quest’anno offerto a partire dai 50 anziché dai 60 anni. Solo il 40 per cento degli interpellati, finora, ha aderito, colpa della novità. Di qui in avanti, a ridestare i più distratti, arriverà anche un promemoria via sms. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti