<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Convivere non è un problema
«Ma rispettino le regole»

L’edificio in via Tiberghien
L’edificio in via Tiberghien
L’edificio in via Tiberghien
L’edificio in via Tiberghien

San Michele si interroga e nel quartiere non si parla d’altro. «Mancava solo la moschea» dicono all’unisono i molti anziani che stazionano sulle panchine di piazza del Popolo. «Abbiamo di tutto - commenta uno di loro con un sorriso - a San Michele mancava solo la moschea. In questi anni nel quartiere ci hanno propinato di tutto: l’inceneritore di Cà del Bue, l’alta torre della telefonia, il carcere ai confini con Montorio, per fortuna che in tanti si sono opposti all’idea del cimitero verticale, la torre dei “morti”, che sembra sia stata spostata altrove e poi ancora, siamo circondati da supermercati e tra qualche anno dovrebbe sorgere un nuovo centro commerciale in località la “Cercola”, per non parlare dell’alta velocità che dovrebbe devastare una buona fetta di verde nel parco dell’Adige del Giarol Grande e seppellire un “gioiello storico” come la Fontana delle Monache. Adesso manca solo che venga realizzata la moschea e poi siamo al completo…» aggiunge un altro signore con un sorriso.

Non sarà una moschea, ma un Centro culturale come ha sottolineato il segretario dell’associazione di musulmani che stanno lavorando all’interno dell’edificio, vecchio e fatiscente, a pochi metri dalla chiesa di San Michele Arcangelo. Il capannone è un po’ fuori mano e malridotto e sembra quanto meno strano, ai vicini, che possa essere occupato dai numerosi fedeli durante il ramadan o nei giorni di preghiera. «Il massimo rispetto e tolleranza per tutti e nessun pregiudizio - dice la signora la cui abitazione confina con il Centro - come tolleriamo il “chiasso” dei numerosi ghanesi che il sabato e la domenica frequentano la chiesa pentecostale al piano terra del capannone, siamo disposti anche a convivere con i musulmani. Ma devono esserci delle regole di convivenza e di rispetto per la quiete pubblica per tutti».

La preoccupazione è una sola: «Il problema non è la moschea ma ciò che si fa dentro ad essa. Se la presenza del Centro culturale è quello di essere un luogo di culto della gente musulmana e il ritrovo per i bambini per imparare il Corano, può andar bene ed è benvenuto, ciò che va in un altro senso è da scartare. La settimana scorsa durante il ramadan tutta la famiglia, compresa mia mamma 85enne, siamo stati svegli fino alle quattro del mattino per gli schiamazzi che provenivano dalla sala accanto e dalla strada. Quando mi sono affacciata per chiedere se potevano lasciarci finalmente dormire mi hanno risposto in modo arrogante che dovevo chiudere le finestre».

Nessun problema di convivenza finora per il calzolaio il cui negozio confina con la sala di culto. «Impariamo a conoscerli - dice il negoziante - sono gentili ed educati. In queste settimane ho avuto modo di conoscerne alcuni e la prima impressione è che siano delle brave persone. Capisco anche la loro difficoltà di trovare un’armonia tra l’essere musulmani e vivere la propria fede nel nostro contesto. Ma non mi sembra siano persone diverse dai pentecostali ghanesi che frequentano da tanti anni il piano terra del capannone nei giorni festivi. Ognuno confessa la propria religione: i ghanesi cantano e suonano, i cattolici suonano le campane e vanno a messa tutte le mattine, mentre i musulmani si ritrovano per la preghiera anche quattro volte al giorno. L’importante è convivere e rispettarsi».

Qualcosa da ridire sugli schiamazzi della settimana scorsa l’ha spiegato ai vicini.

«Siamo tolleranti, il mondo gira così - spiega la signora - ma la cosa più importante è che siano in regola con i permessi e l’agibilità di un capannone che fino a qualche mese fa era degradato e fatiscente. Per il rumore non ci sono problemi - dice con sorriso la signora - perché il mattino ci svegliamo presto al suono delle campane della chiesa, il sabato e alla domenica sono i ghanesi e tenerci compagnia con la musica e i loro canti, ci mancava il raduno dei musulmani per la preghiera del venerdì...». L. P.

Suggerimenti