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Code e ore di attesa, caos alla mostra dei Maya

La lunga coda dei visitatori ieri alla Gran Guardia per la mostra «I Maya. Il linguaggio della bellezza» in corso fino al 5 marzo  FOTO MARCHIORI
La lunga coda dei visitatori ieri alla Gran Guardia per la mostra «I Maya. Il linguaggio della bellezza» in corso fino al 5 marzo FOTO MARCHIORI
La lunga coda dei visitatori ieri alla Gran Guardia per la mostra «I Maya. Il linguaggio della bellezza» in corso fino al 5 marzo  FOTO MARCHIORI
La lunga coda dei visitatori ieri alla Gran Guardia per la mostra «I Maya. Il linguaggio della bellezza» in corso fino al 5 marzo FOTO MARCHIORI

Lunghe code fin dal mattino: lunghe al punto che, prima di mezzogiorno, nel loggiato della Gran Guardia, ci sono stati anche momenti di tensione, con molti aspiranti visitatori arrabbiati e costretti a fare dietro front. La mostra «I Maya. Il linguaggio della bellezza», inaugurata l’8 ottobre e in corso fino al 5 marzo, realizzata attraverso la collaborazione tra Comune e Arthemisia Group, ha registrato ieri un boom di visite, con migliaia di prenotazioni. E così ieri è accaduto che quando i meno accorti, che non avevano pensato a prenotare, già al mattino alle 9, arrivati alla Gran Guardia, hanno trovato un cartello che avvisava che erano previste un paio di ore almeno di attesa.

«Siamo arrivati davanti all’ingresso prima delle 9,30: davanti a noi ci saranno state 20-30 persone», racconta il signor Paolo Giacometti, di Vicenza. «C’era già il cartello che indicava che la coda richiedeva un paio d’ore di attesa: pazienza, abbiamo pensato che effettivamente non avendo fatto la prenotazione, la domenica la coda era da mettere in conto e così ci siamo messi tranquilli. Solo che un po’ alla volta ci siamo resi conto che la nostra coda non avanzava mai: continuavano ad arrivare persone e soprattutto gruppi che avevano effettuato la prenotazione e che dunque avevano la precedenza. Ad un certo punto il clima si è fatto teso, molte persone hanno cominciato a protestare alzando la voce e chiedendo che qualcuno spiegasse cosa stava accadendo e così è sceso un sorvegliante che ha detto che le prenotazioni erano molto numerose e che non era in grado di dirci nè quando e addirittura nè se saremmo entrati. Abbiamo chiesto di parlare con un responsabile comprendendo che lui non aveva alcuna colpa, stava solo facendo il suo lavoro, ma ci ha detto che non c’era nessun responsabile sul posto. A quel punto, mancava poco a mezzogiorno, me ne sono andato. Non è stata l’idea della coda che mi ha fatto arrabbiare, ma il fatto che dopo due ore di attesa qualcuno ci dicesse che forse nemmeno saremmo entrati: questo l’ho trovato molto scorretto».

«Noi eravamo alla Gran Guardia già alle 9,10: davanti a noi, in coda, una ventina di persone», conferma un altro signore che ieri mattina si è trovato coinvolto nel caos, Matteo Velentini. «Dopo più di due ore che aspettavamo, quando passate le 11, è arrivato il sorvegliante che ci ha detto che non poteva garantirci l’ingresso non ci ho più visto. Per me le due ore di coda annunciate dal cartello non erano un problema: non avevo prenotato e quindi ho pensato che poteva starci. A parte il fatto che in coda c’erano anche diversi stranieri e il cartello che annunciava la due ore chiedendo scusa per il disagio era solo in italiano: che figura, almeno metterne uno anche in inglese. Comunque, non è possibile far aspettare la gente due ore e mezza e poi scoprire che non si è nemmeno certi di entrare. Non è serio. Per questo me ne sono andato: mi spiace perchè ci avrei tenuto a vedere questa mostra. Comunque quando ci hanno avvisato che non si sapeva nè quando nè se saremmo entrati le persone in coda saranno state 200 e c’è stato davvero molto malumore, con proteste a voce alta».

Se dunque il caos è scoppiato già in mattinata, le code per la mostra dei Maya sono proseguite per tutta la giornata. A metà pomeriggio, intorno alle 16,30, c’era una fila di un centinaio di persone in attesa, senza prenotazione, mentre continuavano ad arrivare tantissimi che invece avevano la prenotazione.

«Sono qui da due ore, vengo da Bolzano apposta per questa mostra», spiegava una signora. «Ho tentato di prenotare ma le prenotazioni erano chiuse. Aspetto, spero di farcela a entrate».

Si tratta forse anche di capire (non è stato possibile ieri, in mancanza dei responsabili), quante persone possano entrare contemporaneamente nelle sale della mostra, così come quante prenotazioni l’organizzazione accolga e che margine lasci agli ingressi di giornata.

Il grande successo della mostra dei Maya, ieri, è stato in realtà soltanto uno degli aspetti del grande afflusso di visitatori e turisti che Verona ha visto anche ieri: nonostante il boom dello scorso fine settimana dettato dall’appeal di «Verona in love», anche questo sabato e domenica hanno registrato un centro storico preso d’assalto con migliaia di persone tra piazza Bra, via Mazzini e piazza Erbe.

Alessandra Galetto

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