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Classifica di gradimento:
Zaia primo, Tosi arretra

Il sindaco Flavio Tosi con il presidente della Regione Luca Zaia
Il sindaco Flavio Tosi con il presidente della Regione Luca Zaia
Il sindaco Flavio Tosi con il presidente della Regione Luca Zaia
Il sindaco Flavio Tosi con il presidente della Regione Luca Zaia

Il Veneto è sul podio della politica amministrativa, ma lo fa con il presidente della Regione Luca Zaia che conquista il primo posto nel gradimento dei governatori, mentre qualche anno fa il podio era appannaggio del sindaco Flavio Tosi che invece ha iniziato da un paio d’anni una discesa che accompagna la fine del suo secondo mandato.

La classifica elaborata da Ipr per il Sole24Ore non è il consenso elettorale, perché manca il confronto con i possibili candidati alternativi e concorrenti, bensì il gradimento, che è ovviamente influenzato anche dall’esposizione mediatica, positiva o negativa, a cui è sottoposto il personaggio politico.

Inoltre, va sottolineato che il voto ai governatori interessa meno gli italiani rispetto a quello sui sindaci: il tasso di gradimento medio nei confronti dei presidenti di Regione è attorno al 43,3 per cento, mentre quello per i sindaci supera il 53,5 per cento, dieci punti di distacco.

Quindi ogni valutazione deve comunque tenere presente che i sindaci sono percepiti in modo più vicino e diretto dai cittadini rispetto alla figura dei presidenti di Regione: al primo posto tra in sindaci più graditi risulta la torinese Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle seguita Dario nardella sindaco di Firenze del Pd e da Federico Pizzarotti, indipendente e fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle che guida Parma.

Ma i risultati paralleli però divergenti tra Zaia e Tosi si prestano a più di una riflessione sugli ultimi due anni della loro attività e soprattutto sul loro futuro. Tosi nella rilevazione pubblicata nel 2014 era 21°, nel 2015 era scivolato al 62° e l’anno scorso era 46°, per cui perde 34 posizioni sistemandosi ora all’80° posto. Con un calo di governance poll, cioè di gradimento, che si attesta al 50%, il punto più basso finora e inferiore di oltre 7 punti rispetto al consenso elettorale ottenuto il giorno della rielezione.

Zaia continua invece a restare sul podio, alternandosi con Rossi del Pd e ottiene un gradimento del 60% rispetto a un risultato elettorale del 50,1%. Due anni fa le loro strade si sono divise: alle elezioni regionali del 2015 quando, a seguito dell’espulsione decisa dal segretario Matteo Salvini, Tosi decise rumorosamente di candidarsi alle regionali contro il governatore uscente Luca Zaia. Una mission impossible che non ha impedito a Zaia di vincere a mani basse e di confermarsi punto di riferimento per la Lega. Il gradimento, al di là del consenso elettorale, è costruito con grande presenza sul territorio, immediata capacità di essere sugli eventi, dalle vittorie degli sportivi veneti alle brillanti operazioni delle forze dell’ordine, ma l’idea è comunque di un presidente in prima linea con i suoi cavalli di battaglia dalla riforma della sanità alla volontà di dare autonomia al Veneto (proprio oggi si attendono novità).

E se per Tosi la fine del mandato non si sa ancora quali altre porte della politica potrà aprire, se quelle del parlamento o di nuove coalizioni politiche, per Zaia questi dati usciti ieri potrebbero essere un’ulteriore spinta verso la candidatura a premier per il centrodestra.

Tosi da parte sua scivola all’80° posto alla vigilia di una difficile campagna elettorale che non lo vedrà più candidato sindaco perché il terzo mandato tanto atteso non si vede, ma che lo avrà come sicuro protagonista della scena politica veronese con il suo movimento Fare!.

Anche se quella che ci viene restituita dal Sole24Ore è una foto in bianco e nero del sindaco che avrebbe perso oltre 7 punti di appeal nei confronti dei suoi elettori, la sfida più dura per lui è cercare un candidato sindaco cui affidare la successione e tenere compatto un gruppo tosiano dove sono emerse molte perplessità sulla linea politica che va da una strizzata d’occhio a Renzi a simpatie con i movimenti di destra fino al tentativo di costruire un’alleanza elettorale con i Giorgetti di Forza Italia (vedi i risultati in Provincia dove si è affermata la coalizione moderata). Ma oltre al tavolo locale, Tosi ha aperto anche molti tavoli nazionali in chiave governativa. Insomma, in un Veneto che finora si lamenta di essere dimenticato da Roma perché senza ministri e senza nomi di peso nei posti chiave, il 2017 potrebbe riservare sorprese.M.B.

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